L’Onu ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dalla Francia in cui si invitano tutti gli Stati membri ad adottare «tutte le misure necessarie» per combattere l’Isis. Ciò nella convinzione che «lo Stati islamico in Iraq e nel Levante, conosciuto anche come Daesh, costituisce una minaccia inedita e globale alla pace e alla sicurezza internazionali». Si chiede poi agli Stati membri dell’Onu di «intensificare i propri sforzi per arginare il flusso dei ‘foreign fighters’, per prevenire e reprimere i finanziamenti al terrorismo». Anche se con colpevole ritardo, finalmente è arrivata una risoluzione che invita gli Stati ad unirsi nella lotta al terrorismo islamico delle milizie del Califfato. Insomma, ci sono voluti i morti di Parigi per assumere una decisione che doveva essere già presa da un pezzo. L’auspicio è che non si perda altro tempo nel perseguire i terroristi dell’Isis in Siria, in primo luogo, ma anche altrove, nel Mali, in Somalia, nel Sudan, in Libia e in qualsiasi altro luogo siano presenti. Questo male assoluto va estirpato in modo radicale e convinto. Sarà davvero così? Si spera, ma è meglio non farsi troppe illusioni. Il rischio, come sempre succede, è che i morti di Parigi siano dimenticati dalla politica prima di quanto non si creda e che le ragioni della realpolitik, degli equilibri diplomatici e militari, degli interessi economici e commerciali, avranno la meglio sui buoni propositi e sui nobili sentimenti di questi giorni. Ovviamente, ci auguriamo di sbagliare. Stiamo a vedere. (foto Giovanni Armenante)
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21.11.2015 – By Nino Maiorino – Non sarà facile estirpare questo male, ma vanno messi in campo tutti i mezzi e gli strumenti per farlo, diplomatici, militari e quant’altro; uno dei più efficaci, a mio avviso, è quello di tagliare all’ IS i viveri, affamarlo, come ha detto Di Maio, togliergli tutte le fonti dalle quali trae il sostentamento economico per armarsi, per pagare il suo esercito e i suoi terroristi. E’ chiaro che, come si desume dagli ultimi gravissimi attentati a Parigi e nel Mali, non potrà essere immediato, giacche molti di questi terroristi sono gruppi autonomi di fanatici nemmeno troppo ben collegati con altri gruppi e con le organizzazioni militari; ma è chiaro che, estirpando il male alla fonte, distruggendo l’ IS, verrà meno anche la propaganda terrorista che esso fa e, un poco alla volta, potremo ottenere il risultato.