scritto da Angela Senatore - 27 Luglio 2025 08:04

LIBRI & LIBRI L’anniversario di Andrea Bajani

L'anniversario di Andrea Bajani, vincitore del Premio Strega 2025, racconta la storia del protagonista, io narrante (non importa quanto autobiografico)  che, a quarant'anni, tronca improvvisamente e definitivamente i rapporti con la famiglia d'origine, una famiglia disfunzionale, tossica, ma, quasi certamente, come tante

“Dieci anni fa quel giorno ho visto i miei genitori per l’ultima volta. Da allora ho cambiato, numero di telefono, casa, continente, ho tirato su un muro inespugnabile, ho messo un oceano di mezzo. Sono stati i dieci anni migliori della mia vita. ”

Quanto può essere dolorosa una cesura del genere?

L’anniversario di Andrea Bajani, vincitore del Premio Strega 2025, racconta la storia del protagonista, io narrante (non importa quanto autobiografico)  che, a quarant’anni, tronca improvvisamente e definitivamente i rapporti con la famiglia d’origine, una famiglia disfunzionale, tossica, ma, quasi certamente, come tante.

Bajani ne scrive senza cedere a sentimentalismi commoventi, procedendo a raccontare la vita di prima, quella dalla quale è fuggito il protagonista, per andare all’origine del dolore e, attraverso questo, per dare dignità, forma e sostanza, alla madre, donna annichilita da un patriarcato sottilmente violento e normalizzato.

Come uno scultore, Bajani separa la figura materna da quella del padre, del quale la madre era l’ombra, una sorta di arto o proseguimento. Il narratore (l’autore?), dopo anni passati ad essere la spalla del padre, per mantenere uno status quo che altrimenti sarebbe degenerato, non più succube di quella violenza, compie così l’atto di ribellione più estremo: scrivere un romanzo dove protagonista è chi “per una forma di timidezza prossima alla negazione di sè” non era mai apparsa in una vita intera.

E tutta questa violenza sottile, muta, che però arriva a isolare completamente la persona che si è giurato di amare, a farle perdere ogni desiderio e considerare la morte nient’altro che un accidente, tutta questa violenza, dicevo, è narrata con una scrittura secca che rimanda tutto il distacco emotivo oltre che temporale da una vicenda che farà forse male per sempre ma dalla quale ci si è liberati.

Bajani apre la porta di casa di una famiglia tradizionale e ce ne mostra le verità nascoste, la violenza che dall’esterno spesso non è percepita né percepibile, forse solo intuibile, e che riguarda tutti i membri della famiglia, non solo la diretta destinataria.

Sarà per questo che ho trovato sovrabbondante il racconto della violenza anche fisica, che si deflagra nel mezzo della narrazione e che non mi sembra aggiungere qualcosa alla drammaticità degli eventi quanto forse sottrargli la potemza di quello che fino a quel momento era sentito più che visto e che in modo sottile trasmetteva il disagio familiare.

Ci sono situazioni in cui l’unico modo per salvarsi è fuggire. Amara quanto unica conclusione della quale ero già convinta e che L’anniversario di Andrea Bajani mi conferma categoricamente.

Da leggere, per aprire gli occhi su realtà che non vogliamo vedere, per convincersi che chiudere a volte è il solo modo per salvarsi, per pacificarsi con se stessi per aver dato quel taglio che mai ci si sarebbe aspettati di dare.

Giornalista pubblicista, collabora con Ulisse online dal 2021 occupandosi principalmente della pagina culturale e di critica letteraria. È stata curatrice della rassegna letteraria Caffè letterari metelliani organizzata da Ulisse online e IIS Della Corte Vanvitelli e ha collaborato con Telespazio in occasione del Premio Com&te. È da maggio 2023 responsabile della Comunicazione di Fabi Salerno. Abilitata all’esercizio della professione forense, lavora in una delle principali banche italiane con specializzazione nel settore del credito fondiario.

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