scritto da Redazione Ulisseonline - 11 Dicembre 2025 08:03

Italia tra Difesa, Truffe e Fast Fashion: la nuova radiografia sociale del Paese

Un Paese che cerca sicurezza, fatica a proteggere i più fragili e continua a vestirsi low-cost pur conoscendone i costi ambientali. È il ritratto dell’Italia che emerge dall’ultima rilevazione SWG (1–7 dicembre 2025), un osservatorio privilegiato sulle opinioni e i comportamenti degli italiani

Leva militare: il Paese si divide su obblighi e volontarietà

Il tema della difesa torna al centro della scena. La proposta del Ministro Crosetto di introdurre una leva militare volontaria convince metà degli italiani: l’idea di un contingente di riservisti da impiegare solo in emergenze trova terreno favorevole, soprattutto tra gli elettori di centrodestra. Ma quasi quattro cittadini su dieci sono contrari, con picchi nel centrosinistra.

Cambia tutto quando si parla di obbligatorietà. La leva militare obbligatoria viene bocciata dal 54% degli italiani, che la giudicano una misura eccessiva e invasiva. La maggioranza preferisce incentivi economici e una maggiore valorizzazione della carriera militare nelle scuole, piuttosto che il ritorno a un modello rigido del passato.

Frodi agli anziani: “emergenza civile” per nove italiani su dieci

Il fenomeno delle truffe agli anziani viene percepito come allarmante: uno su due parla di problema “dilagante” e fuori controllo. Le responsabilità? In testa ci sono aziende fraudolente, ma cresce anche la critica verso società e istituzioni, accusate di lasciare soli i più fragili.

Il danno economico resta centrale, ma gli italiani temono soprattutto le conseguenze psicologiche: perdita di autostima, paura, isolamento. Per molti, la truffa è una ferita che mina i legami di fiducia degli anziani con il proprio contesto di vita.

Sul fronte delle soluzioni, gli intervistati chiedono una stretta netta: doppia conferma bancaria obbligatoria, norme più severe per i call center e sanzioni più dure. Le iniziative educative sono apprezzate, ma non considerate sufficienti senza un impianto normativo più forte.

Fast fashion: tutti lo criticano, ma due su tre continuano a comprarlo

Il fast fashion resta un pilastro delle abitudini di consumo degli italiani. Due persone su tre acquistano capi low-cost, attratte da prezzi accessibili, negozi diffusi e continua varietà di prodotti. Non è solo una questione economica: per il 79% è l’unico modo per restare aggiornati sulle tendenze.

Eppure, la consapevolezza dell’impatto ambientale e sociale è altissima (76%). Nonostante ciò, molti consumatori non riescono o non vogliono abbandonare il modello. La Generazione Z spinge per ridurre gli acquisti e invita al boicottaggio, mentre il resto della popolazione esprime più cautela.

Con possibili norme europee in arrivo, gli italiani immaginano già le conseguenze: il 60% prevede che i consumatori ridurranno gli acquisti se i prezzi aumenteranno. Intanto, un terzo teme che gli abiti donati finiscano comunque in discarica, alimentando la sfiducia nella filiera del riciclo.

Il clima del Paese: tra emozioni moderate e politica stabile

Speranza, fiducia e gioia restano su livelli medi; paura e tristezza non crescono ma non arretrano. L’orientamento verso i diritti civili continua la sua progressione di lungo periodo, mentre sul fronte politico i rapporti di forza sono sostanzialmente stabili: Fratelli d’Italia resta primo partito, seguito da PD e M5S. Un dato colpisce più di tutti: un terzo degli italiani non dichiara il proprio orientamento di voto.

Un Paese consapevole ma incerto

La fotografia che emerge racconta un’Italia che riconosce i propri nodi irrisolti — dalla sicurezza alla protezione degli anziani, fino alla sostenibilità dei consumi — ma non sempre trova una direzione univoca su come affrontarli. Un Paese diviso nelle soluzioni, ma unito nel percepire l’urgenza dei temi sul tavolo.

Clicca qui per leggere la versione integrale e originale dell’indagine SWG Radar  

 

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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