Cittadini non comunitari in Italia: nel 2024 calano i nuovi ingressi, ma aumentano lavoro e richieste d’asilo
La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di nuovi permessi di lavoro, seguita da Campania e Veneto. La maggior parte riguarda impieghi stagionali o dipendenti, mentre il lavoro autonomo resta marginale
A fine 2024 i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono oltre 3 milioni e 800mila. Nel corso dell’anno sono stati rilasciati 290.119 nuovi permessi, con una diminuzione del 12,3% rispetto al 2023. Il calo ha riguardato soprattutto i permessi per motivi familiari e di studio, mentre crescono quelli per lavoro (+3,8%) e le richieste di asilo, che hanno raggiunto quota 151.120, oltre ventimila in più rispetto all’anno precedente.
I nuovi permessi per lavoro rappresentano il 13,9% del totale e mostrano andamenti diversi per genere e cittadinanza: aumentano per gli uomini (+16,7%) e diminuiscono sensibilmente per le donne (-30,3%). Le principali collettività in crescita sono quelle di tunisini (+79,7%) e indiani (+48%), che da sole rappresentano più dei due terzi dei nuovi ingressi per motivi lavorativi. In calo invece i flussi da Ucraina (-65,8%), Perù (-43,5%) e Pakistan (-34,3%).
La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di nuovi permessi di lavoro, seguita da Campania e Veneto. La maggior parte riguarda impieghi stagionali o dipendenti, mentre il lavoro autonomo resta marginale.
Dopo tre anni di aumenti, i permessi per motivi familiari scendono del 18,8%, pur restando la principale motivazione d’ingresso (36,1%). La diminuzione è più marcata per ucraini, indiani, albanesi e bangladesi, mentre si registrano incrementi per tunisini, cinesi ed egiziani. In calo anche i permessi per studio, pari a 20.130 nel 2024 (-26,7%), con un peso complessivo del 6,9% sul totale. La maggior parte degli studenti proviene da Iran, Cina, Turchia, India e Pakistan; le università più attrattive sono in Lombardia e nel Lazio.
Parallelamente crescono le domande di asilo e le acquisizioni di cittadinanza. Le prime sono state 151.120, con un aumento di oltre 20mila unità, mentre le naturalizzazioni hanno superato le 217mila, in lieve crescita sull’anno precedente.
Il quadro che emerge è quello di un’immigrazione in trasformazione: meno ingressi complessivi, ma una componente lavorativa più rilevante e una crescita delle richieste di protezione. Dopo l’emergenza legata alla guerra in Ucraina, i flussi verso l’Italia sembrano orientarsi verso una presenza più stabile e strutturata, legata ai bisogni del mercato del lavoro e alle dinamiche di mobilità internazionale. (fonte Istat)







