Turismo in crisi: prezzi alle stelle e disorganizzazione spingono gli italiani a rinunciare alle vacanze
Per l'avv. Marco Senatore a peggiorare la situazione, c’è anche l’inefficienza di molte amministrazioni locali. Un esempio emblematico è Monte Castello a Cava de’ Tirreni, che è rimasto chiuso nonostante i fondi pubblici investiti per il suo recupero. Si sono spesi soldi per il recupero di Monte Castello, dell'eremo di San Martino o per realizzare un museo della ceramica, giusto perché bisogna spendere, ma manca una vera progettualità riguardo alla gestione, alla fruibilità e alla funzionalità di questi luoghi in termini di offerta turistica e culturale
Riceviamo e pubblichiamo
Non passa giorno senza che i media accendano i riflettori sulla crisi del turismo: caro ombrellone, presenze in calo fino al 30% e italiani sempre più propensi a rinunciare alle ferie. Ma quali sono le reali cause di questo trend negativo? E, soprattutto, quali le possibili soluzioni?
Indubbiamente, il contesto internazionale non aiuta: tensioni geopolitiche, dazi, aumento del costo delle materie prime incidono in modo significativo. Ma questi fattori non possono giustificare da soli i prezzi spropositati praticati da molte strutture turistiche. Un esempio su tutti? Un semplice piatto di cacio e pepe con battuto di gambero a 30 euro o, peggio, ombrelloni e lettini a 800 euro, con un ulteriore supplemento per “servizi aggiuntivi” non meglio specificati. Come se gli 800 euro non bastassero.
In un articolo pubblicato recentemente su un giornale locale, un noto imprenditore della costiera amalfitana ha criticato la scelta di alcune strutture di abbassare i prezzi in questo periodo, ritenendola “errata e poco professionale” perché penalizzerebbe chi ha prenotato in anticipo a tariffe più alte. Una posizione che non condivido. Se c’è stato un errore, è stato quello di non calmierare i prezzi prima dell’inizio della stagione estiva, aspettando agosto per prendere coscienza degli eccessi. Le attuali riduzioni, al contrario, rendono la costiera più accessibile a un pubblico più ampio, senza sminuire il valore dell’esperienza offerta.
La verità è che molti imprenditori del settore hanno semplicemente scaricato l’aumento dei costi sui consumatori, alzando i prezzi senza un reale controllo o una visione strategica e comunque con aspetti speculativi che danneggiano fortemente l’immagine e la categoria. Ma la crisi del turismo non si affronta solo con sconti dell’ultimo minuto. Serve una risposta seria da parte della politica, sia nazionale che locale. Interventi di natura fiscale per rendere il nostro turismo competitivo rispetto ad altri Paesi europei, ma anche investimenti infrastrutturali, in viabilità, sicurezza e sanità.
Oggi il turismo italiano si regge quasi esclusivamente sulla bellezza del nostro patrimonio naturale e culturale. Ma questo da solo non basta. Se il Paese non diventa davvero accogliente e funzionale sotto ogni punto di vista, il rischio è che i turisti – italiani e stranieri – scelgano mete estere più economiche e meglio organizzate.
A peggiorare la situazione, c’è anche l’inefficienza di molte amministrazioni locali. Un esempio emblematico è Monte Castello a Cava de’ Tirreni, che è rimasto chiuso nonostante i fondi pubblici investiti per il suo recupero. Si sono spesi soldi per il recupero di Monte Castello, dell’eremo di San Martino o per realizzare un museo della ceramica, giusto perché bisogna spendere, ma manca una vera progettualità riguardo alla gestione, alla fruibilità e alla funzionalità di questi luoghi in termini di offerta turistica e culturale. Un esempio lampante di come, anche nel pieno del Ferragosto, ai turisti non venga garantita la possibilità di godere del patrimonio recuperato. Fare turismo è una cosa seria. Non può essere lasciato nelle mani di politici incompetenti o imprenditori improvvisati, mossi solo dalla logica del profitto immediato. Servono competenza, visione, capacità imprenditoriale. Solo così si potrà parlare davvero di rilancio, e non ritrovarsi ogni estate a commentare una crisi che – ormai – è sotto gli occhi di tutti.
avv. Marco Senatore
Responsabile Attività Produttive e Turismo di Meridione Nazionale







