Troppe infrazioni alle regole di sicurezza per contrastare il COVID-19. Queste le motivazioni alla base della drastica e amara decisione della direzione del Museo di Capodimonte di chiudere il sito a soli 5 giorni dalla riapertura.
“Lunedì 18 maggio, il primo giorno di apertura dei luoghi della cultura gestiti dal Mibact abbiamo subito riaperto il Real Bosco di Capodimonte”, si legge in una nota stampa della direzione del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
“Ben consapevoli che il rischio contagio da Covid-19 non è affatto superato e che la fase 2 è la più delicata abbiamo messo in campo specifiche misure tese a mitigare il rischio del contagio con percorsi differenziati per chi svolge attività fisica, chi va in bici e chi passeggia.
Abbiamo invitato tutti a tenere comportamenti responsabili e a osservare le regole sanitarie di contenimento del contagio da Covid-19 (divieto di assembramento, distanziamento sanitario, uso della mascherina)”.
“Le numerose infrazioni rilevate nei giorni scorsi – prosegue la nota – e l’assenza di accordo con le parti sociali in ordine all’affiancamento della vigilanza ministeriale con personale di vigilanza privata all’interno Bosco, ma solo fuori alle Porte di accesso, hanno costretto la Direzione a richiudere il Real Bosco di Capodimonte”.
“La vigilanza privata – si ricorda nella nota – è stata presente nel Real Bosco dal 2017 fino alla chiusura dovuta al Covid-19, con personale dotato di biciclette e auto elettriche e ha effettuato servizio di vigilanza ‘dinamica’ riuscendo così ad assicurare un maggior rispetto del regolamento e una migliore fruizione del Bosco. Attività di sicurezza largamente apprezzata dal pubblico”.