Cava, l’accusa del Partito Comunista: “Musei, teatri e cinema chiusi. I presepi, no”
“Musei chiusi. Teatri chiusi. Cinema chiusi. Tutti luoghi nei quali, almeno a livello locale, il Governo avrebbe potuto immaginare in tanti mesi una diversa fruizione, anche “autoctona” ma più che simbolica per l’importanza che si deve dare ai luoghi di aggregazione culturale”.
Un duro atto di accusa nella lettera dai toni forti e chiari che scrive il Partito Comunista – sezione di Cava de’ Tirreni contro la chiusura dei luoghi di cultura. Una riflessione contro le misure prese dal Governo ritenute contraddittorie e sconclusionate e che tengono aperti luoghi in cui distanziamento e modalità di fruizione sono simili, come le Chiese, e chiudono invece i teatri, i cinema, i musei, categorie che avevano investito per adeguarsi alle misure che lo stesso Governo aveva imposto.
“Come mai due pesi e due misure per riti o manifestazioni civili e per riti e tradizioni religiose? – continua poi il comunicato – Gli artisti, anche quelli locali, aspettano da mesi di capire come mai non possono esibirsi a teatro con tutte le accortezze del caso, ma possono tranquillamente andare in chiesa. Si dirà che i succitati cinema e teatri inducono alla mobilità”.
Infine una riflessione: “Bastava prevedere, come per i riti religiosi, che si chiedesse di stabilire parametri geografici entro i quali muoversi per raggiungere il teatro di quartiere o il cinema del proprio comune o della propria provincia (quando era possibile spostarvisi), e quindi permettere contemporaneamente di lasciar lavorare, seppure con limitazioni, decine di artisti ed esercenti dei cinema”.