Cava de’ Tirreni, Massimo Mariconda: “Molta bagarre in Consiglio con il saluto anticipato di Servalli… fine consiliatura?
Prenda atto il Sindaco che questa stagione politica si è conclusa, magari facendo, per una volta, anche una professione di umiltà riconoscendo che, dopo 10 anni, lascia una città più povera e meno coesa sul piano della tenuta sociale, con tante criticità rimaste irrisolte e progetti strategici mai attuati

Riceviamo e pubblichiamo
Martedi sera si è assistito ad un triste spettacolo in Consiglio comunale dove a prevalere sono state posizioni contrastanti.
Toni ed atteggiamenti poco istituzionali su valutazioni della guerra in Palestina, mal rappresentate e prontamente chiarite dall’interessato (Cirielli).
Vivaddio è passato favorevolmente il voto sul riconoscimento dello Stato di Palestina simbolico sostegno ad un popolo, vittima di un genocidio in atto, da parte di Netanyahu.
Meglio esposte, ma ancora non ancora chiare le decisioni, tranne che di Rifondazione Comunista, di quel che resta delle forze di maggioranza, rispetto ai nuovi posizionamenti politici ed alle conseguenti dichiarazioni degli interessati (solo Barbuti!) unanimemente risultate incomprensibili e sconcertanti.
Salvo pochi casi, non è emersa, comunque, una eccelsa qualità del dibattito né, soprattutto, sono apparse convincenti le ragioni addotte da Barbuti in nome e per conto di tutti i diretti interessati (Mandara, Santoriello, Del Vecchio e lo stesso Barbuti) a sostegno delle proprie scelte.
Si sa, a volte – ahinoi sempre più sovente- la politica segue logiche poco lineari, non sempre comprensibili ai cittadini, ancor meno se dettate da motivazioni personali che sfuggono alla coerenza e continuità dell’azione politica seguita finora.
Spiace, peraltro, l’atteggiamento del Sindaco che non ha presenziato alla discussione dell’ultimo punto all’ordine del giorno inerente la nuova composizione politica della maggioranza.
Argomento, quest’ultimo, che avrebbe potuto, laddove il Presidente del Consiglio avesse accolto la richiesta di inversione dei punti all’ordine del giorno, essere oggetto di preliminare discussione anche al fine di valutare, con maggiore serenità e consapevolezza, i successivi punti attinenti decisioni politiche piuttosto che scelte personali.
Il primo cittadino, salvo cause impreviste o per ragioni di impedimento oggettive, dovrebbe sempre essere l’ultimo a lasciare l’aula consiliare indipendentemente dall’argomento in discussione.
Ancor più quando vengono sottoposte a valutazioni di merito ed opportunità scelte politiche attinenti una nuova collocazione partitica di membri della maggioranza consiliare.
Valutazioni rilevanti ai fini della eventuale prosecuzione della consiliatura.
Non ci si può ritenere democratici se non si è disposti ad ascoltare le ragioni di tutti anche al fine di apprestare le migliori risposte.
Non si può essere convincenti se, solo all’indomani del Consiglio, si motiva la mancata approvazione degli atti relativi alla costituzione di una nuova azienda pubblica strumentale alla gestione associate con altri Comuni dei servizi sociali e assistenziali, semplicemente porgendo le scuse (personali o a nome della intera maggioranza?) agli altri Comuni interessati, qualificando quanto accaduto in Consiglio come vergognosa pagina politica.
È un modo per screditare la città rappresentata gettando la croce sempre sugli altri senza mai fare un “mea culpa”
E tutto motivato con considerazioni dal tenore oscillante tra il malcelato vittimismo e la virulenta accusa.
Appare, oggettivamente, fuorviante derubricare la vicenda accusando chi ha espresso voto contrario.
Omettendo, tuttavia, di dire che la scelta assunta non è stata solo dettata da ragioni politiche, ma anche da evidenti criticità, rimandi normativi contrastanti, dubbi procedurali e carenze documentali, che hanno concorso al voto negativo sui documenti in discussione.
Documenti (Statuto e atto costitutivo della Azienda consortile del servizio socio assistenziali) ancora una volta, ritenuti dal Sindaco urgenti, a distanza di 15 mesi dalla originaria proposizione, ma che, ad oggi, sono apparsi a una parte consiliare non compiutamente emendati né correttamente elaborati anche nei riferimenti legislativi per disciplinare gli istituti previsti a presidio del funzionamento di una costituenda Azienda secondo principi di efficacia efficienza ed economicità.
Sul piano politico è apparso evidente che, oramai, si è giunti al fine corsa e, responsabilmente , il Sindaco dovrebbe prenderne atto rassegnando le proprie dimissioni.
Quanto sopra, rinunciando a perseguire improbabili tentativi di ricomposizione di una maggioranza politica prima ancora che numerica.
Prenda atto il Sindaco che questa stagione politica si è conclusa, magari facendo, per una volta, anche una professione di umiltà riconoscendo che, dopo 10 anni, lascia una città più povera e meno coesa sul piano della tenuta sociale, con tante criticità rimaste irrisolte e progetti strategici mai attuati.
Magari, almeno per una volta, rinunciando alla sua protervia autocelebrativa, gli si potrebbe attribuire anche qualche merito.
In fondo ha governato 10 anni e pur qualcosa di buono potrà essergli riconosciuto dalla citta’.
Nota a margine:
Peccato l’assenza della diretta in streaming del Consiglio Comunale che avrebbe consentito, anche a chi non poteva per impedimenti oggettivi o perché non avvezzo a presenziare le sedute di Consiglio, a farsi una propria idea degli accadimenti occorsi ed a trarne le proprie personali conclusioni.
Valutazioni proprie, almeno per una volta non mediate da monologhi televisivi, comunicati postumi o post social che, indipendentemente da dove provengono, raccontano sempre una verità parziale.
Ing. Massimo Mariconda