Cava de’ Tirreni, Massimo Mariconda: “Ancora una volta la nostra città fallisce l’appuntamento regionale”
La cosa grave è che i diretti interessati, prima ancora che gli ignari e distratti elettori, sembra non riescano ad esserne consapevoli della inutilità dei loro sforzi o forse, troppo fiduciosamente, sono stati motivati dalla proiezione di un risultato non sufficiente a vincere ma, unicamente, utile a sostanziare successive istanze a compensazione di un impegno profuso, meglio se suffragato da un bel po' di voti... tanto inutili per la città quanto, improbabilmente, utili a se stessi
Riceviamo e pubblichiamo
Le elezioni regionali 2025, come consuetudine da diversi lustri, consegnano ancora una volta un dato inquietante: Cava non riesce a esprimere un proprio concittadino al Consiglio regionale.
Tutto ciò, nonostante da sola possa essere, per numero di elettori, capace di contribuire in modo determinante ad esprimere un proprio rappresentante in Regione.
Ricordiamo che la Regione, alla luce dell’attuale organizzazione amministrativa dello Stato, risulta l’Ente in grado di incidere sulle sorti dei territori.
Tanto basterebbe perché i referenti di partito affrontino l’appuntamento elettorale con senso di responsabilità nei confronti degli elettori e lungimiranza per i territori rappresentati: scegliere uno massimo due candidati locali credibili e radicati nella opinione pubblica prima ancora che graditi e funzionali ai referenti di partito; evitare cioè che un territorio esteso e complesso come Cava assista ad una campagna elettorale, dove la scelta di un proprio rappresentante locale sia circoscritta a improbabili candidati locali, beninteso, non in termini di valore intrinseco sul piano personale o professionale ma di credibilità politica e radicamento nella opinione pubblica su base circoscrizionale, per effetto di una effettiva capacità di ascolto e di risultati concreti conseguiti e riconosciuti.
Abbiamo, invece, assistito ad una competizione tra tanti candidati locali tutti generosamente impegnati a chiedere sostegno ma spesso incapaci di sostanziarne la richiesta con argomentazioni convincenti anche per la personale consapevolezza di cimentarsi in una candidatura di servizio dalla scarsissima probabilità di successo.
La cosa grave è che i diretti interessati, prima ancora che gli ignari e distratti elettori, sembra non riescano ad esserne consapevoli della inutilità dei loro sforzi o forse, troppo fiduciosamente, sono stati motivati dalla proiezione di un risultato non sufficiente a vincere ma, unicamente, utile a sostanziare successive istanze a compensazione di un impegno profuso, meglio se suffragato da un bel po’ di voti… tanto inutili per la città quanto, improbabilmente, utili a se stessi.
In tale contesto, la conclusione della campagna elettorale per le regionali finisce a Cava per essere la amara constatazione, ampiamente prevedibile, di buone affermazioni dei singoli candidati su scala locale; vittorie effimere ed autoreferenziali ma nei fatti del tutto inefficaci e inutili per la città in quanto incapaci di dispiegare i loro effetti nel contesto regionale.
Possibile che Nocera Superiore, comune limitrofo e ben più piccolo di Cava, riesca ad esprimere due consiglieri e Cava nessuno?
Maggiore fortuna dei singoli candidati, maggiore compattezza dell’elettorato, migliore strategicità programmatica dei partiti locali o maggiore autorevolezza dei singoli ad imporre agli organi decisori dei vari partiti e/o liste civiche, la scelta giusta?
Possibile che nella nostra città, la vanità di misurarsi con i vari appuntamenti elettorali, dando dimostrazione di forza su scala cittadina sempre allo stesso bacino elettorato (rassegnato ad un sostegno infruttuoso), favorisca la proliferazione di candidati locali non dotati di adeguata rappresentanza e sostegno, piuttosto che la preventiva convergenza verso una candidatura autorevole che vada oltre gli schieramenti contrapposti e sia unanimamente riconosciuta dai cittadini e garanzia di rappresentanza e rappresentatività su scala regionale?
Il primo passo per una rappresentanza qualificata ed una rappresentatività concreta è, pertanto, quella di aiutare a crescere personalità politiche che vadano oltre i confini comunali, andando oltre beghe localistiche e sentimenti di invidia personale che alimentano sempre più il disimpegno in politica di rappresentanti della società civile di valore.
Occorre un cambio di paradigma quale presupposto non solo per favorire un impegno diretto di persone di qualità, ma anche per sostanziare candidature efficaci per rappresentare, con la successiva elezione, Cava ben oltre i confini comunali.
Amare Cava significa saperla valorizzare e promuoverla su scala sovracomunale e questo potrà accadere solo se ci saranno rappresentanti che non si limitino ad esaurire la propria azione sul piano locale ma sappiano rappresentare Cava nei vari contesti ed Enti per essere apprezzati e sostenuti anche su scala sovracomunale.
Uscire dal CAVACENTRISMO che ci condanna all’isolamento culturale e di relazioni strategiche nei vari ambiti finendo per livellare verso il basso la qualità della offerta politica ed il peso decisionale dei suoi rappresentanti istituzionali ovemai eletti.
Diversamente si corre il rischio di mortificare il valore della campagna elettorale trasformata da opportunità a vuota vetrina volta ad assecondare velleità personali di protagonisti spesso improbabili della vita politico amministrativa locale.
Attribuire alla campagna elettorale regionale un valore marginale di mero momento di visibilità sovracomunale è un esercizio tanto dannoso ed inutile per la Comunità quanto tanto effimero per i suoi protagonisti.
Le elezioni regionali, considerato che all’attualità restano le uniche elezioni di matrice politica dove si può ancora esprimere preferenza, non sono una competizione locale appannaggio dei soli elettori cavesi, ma un momento per capitalizzare percorsi di credibilità ed impegno provinciale: e la vittoria il giusto corollario e riconoscimento di un consenso di rete espresso all’esito di una competizione elettorale le cui dinamiche vanno ben oltre i confini locali
Solo in tal modo lo spoglio elettorale potrà essere momento di raccolta di risultati provenienti dai vari territori circoscrizionali (la Provincia di Salerno) e non una inutile attesa dei risultati provenienti dalle sole 55 sezioni elettorali locali.
Salvo poi meravigliarsi che ad essere eletto sia un candidato di comunità piccole ma capace di aver costruito relazioni strategiche e goduto di appoggi e sostegni un po’ ovunque.
Gli esiti di questa elezione regionali del 2025 registrano, ahimè, unicamente quanto esposto.
Ci resta solo la probabilità di un nostro rappresentante Nunzio Senatore, destinatario di oltre 3.000 voti che altrove sono stati sufficienti alla elezione diretta al Consiglio regionale, di ingresso in Consiglio subordinatamente a scelte dei vertici partitici regionali in relazione ad equilibri che ben esulano la scelta degli elettori cavesi.
Insomma, Cava, semmai sarà, potrà eventualmente esprimere la propria voce locale solo a seguito di un ingresso attraverso la porta di servizio e non quella principale…
Ma CAVA, obiettivamente, MERITA ALTRO e da questo bisognerà partire.
ing. Massimo Mariconda







