Cava de’ Tirreni, la maggioranza di Servalli regge in Consiglio ma si assottiglia sempre più
Escono sconfitti, invece, l’opposizione in generale e il centrodestra in particolare, non tanto nei numeri, piuttosto da un punto di vista politico in ragione delle assenze al momento del voto. Insomma, come a dire che in Consiglio non scaturisce la stessa compattezza che trasuda dai proclami del centrodestra
Chi si aspettava un ridimensionamento della maggioranza amministrativa cavese a seguito del Consiglio comunale che si è svolto questo pomeriggio è rimasto fortemente deluso.
Il messaggio che si evince a livello politico è forte e chiaro: il centrosinistra cavese non è morto e può ancora dire la sua. Quando si tratta di salvare la pelle, riesce ancora a compattarsi nonostante gli attriti e le diatribe interne. Sono stati sconfitti, invece, l’opposizione e il centrodestra, non tanto nei numeri, piuttosto nelle assenze al momento del voto. Insomma, come a dire che in Consiglio non scaturisce la stessa compattezza che trasuda dai proclami.
La questione nasce a seguito della discussione dei punti all’ordine del giorno, in particolare il n. 6 riguardante l’assestamento generale di bilancio e salvaguardia degli equilibri per l’esercizio 2024. Si era discusso nei giorni passati del fatto che la maggioranza potesse non avere i numeri per far approvare il punto in questione e questo avrebbe costituito un impasse di non poco conto per la tenuta della stessa.
Nello specifico, tra i corridoi di Palazzo di Città si era diffusa la notizia di una astensione dal voto dei consiglieri Adolfo Salsano e Danilo Leo del gruppo consiliare “Cava ci Appartiene – Democratici” e così è cominciata la conta di chi avrebbe votato in maniera favorevole e chi no, nell’ipotesi di poter giungere al numero necessario per poter scardinare la maggioranza, un tempo granitica, oggi più traballante.
Ma si sa, la matematica non è un’opinione e basta qualche defezione o tentennamento perché la questione si capovolga. La salvaguardia degli equilibri di bilancio è stata approvata con 12 voti favorevoli (Vincenzo Servalli, Armando Lamberti, Giuliano Galdo, Luca Narbone, Paola Landi, Anna Padovano, Antonio Barbuti, Pasquale Santoriello, Fernando Mandara, Filomena Avagliano, Federico de Filippis, Franco Manzo), 3 astenuti (Eugenio Canora, Danilo Leo , Adolfo Salsano), 5 contrari (Annalisa Della Monica, Marcello Murolo, Italo Cirielli, Pasquale Salsano, Raffaele Giordano).
Assenti al momento del voto Gaetano Gambardella, Enzo Passa, Pasquale Senatore, Luigi Petrone.
Armando Lamberti ha votato a favore del provvedimento, dichiarando di averlo fatto, seppur tra grandi dubbi, per motivi tecnici e senso di responsabilità. Lamberti non lascia più spazio a indugi, tentennamenti e parole di principio. Infatti ha concluso dicendo chiaramente che se, a fronte di questa ulteriore apertura di credito, le questioni individuate non dovessero trovare una concreta risposta nei tempi e nei modi delineati, sarà inevitabile l’uscita dalla maggioranza.
Non si è fatta attendere la risposta del sindaco Servalli il quale ha sostenuto che quello del professore Lamberti è stato un intervento significativo che merita alcune considerazioni. “Gli ultimi dieci anni di consiliatura– ha affermato – sono stati ispirati alla trasparenza, al rigore, all’efficiente e al coniugare la vita della città con i conti. La spesa pubblica generale è aumentata, lo Stato ha aggravato la sua posizione debitoria, ma la spesa degli enti locali si è ridotta notevolmente; abbiamo subito tagli durissimi e anche noi abbiamo avuto grandi difficoltà. Difendo la politica di bilancio dell’ente che abbiamo portato avanti. Faremo tutto quello che è possibile fare per migliorare la capacità di investimento nel settore culturale”.
Sembra che la resa dei conti sia ancora lontana, ma non troppo. E’ risultato evidente, infatti, che una spaccatura ormai insanabile si sia creata tra alcuni membri della maggioranza che non sono più disposti a tenere in vita a tutti i costi questa compagine di governo della città fino al termine naturale del mandato. La scelta di Adolfo Salsano è piuttosto eloquente e fa presagire che a questa astensione possano seguire voti contrari su atti politici.
Ma veramente qualcuno si aspettava qualcosa di diverso? Vi prego, non avvilitemi ulteriormente. Quello che nella vita mi ha sempre più dato il valore intrinseco di una persona è stato l’astensionismo quando si doveva votare. Non segui le direttive di partito? E perché? Che forse tu, astensionista, non sia in grado di intendere e di volere? Ed allora cosa ci fai lì? Ho cercato tra le definizioni di Sciascia una che possa definire gli astensionista….. Vi lascio immaginare quale possa essere!