Cava de’ Tirreni, “Il trionfo della mediocrità” di Pasquale Petrillo: un monito, ma più ancora un invito alla politica e alla società civile a cambiare registro
Il principale intento dell'autore del saggio è stato ed è quello di non dimenticare i travagli di questi ultimi dieci anni della vita politico-amministrativa allo scopo però di guardare oltre e costruire con consapevolezza il futuro della città
Si è svolta con grande partecipazione di pubblico e in un’atmosfera di vivo interesse la presentazione del libro “Il trionfo della mediocrità” di Pasquale Petrillo che si è tenuta l’altro ieri, giovedì pomeriggio, nell’elegante cornice dell’Hotel Holiday Inn di Cava de’ Tirreni.
L’evento ha visto la presenza dell’autore, giornalista e direttore della testata Ulisse online, che ha offerto al pubblico una riflessione lucida, provocatoria e appassionata sulle dinamiche che hanno caratterizzato la vita politica e amministrativa di Cava de’ Tirreni negli ultimi dieci anni con a sindaco Vincenzo Servalli.
Ad affiancarlo Felice Naddeo, caposervizio del Corriere del Mezzogiorno, e Guglielmo Scarlato, avvocato penalista ed ex deputato al Parlamento, che hanno contribuito con le loro riflessioni ad arricchire il dibattito. Le numerose personalità di spicco del panorama politico locale e della società civile cavese hanno testimoniato con la loro presenza l’interesse per i temi affrontati nel volume. Il pubblico ha risposto con entusiasmo rendendo l’incontro un vero momento di confronto partecipato e appassionato.
Pasquale Petrillo ha offerto una introduzione del libro e del suo contenuto in maniera semplice e molto coinvolgente, forte del fatto che da sempre vive e respira la politica metelliana, dandole il suo contributo sia attivamente durante l’Amministrazione Messina, che giornalisticamente con uno sguardo sempre attento e acuto, con analisi e riflessioni critiche e costruttive. Nella sua ultima fatica letteraria, che è stata preceduta da altri due libri incentrati sulla vita politica cavese (Appunti sul governo della città, Testimone di parte) Petrillo, in virtù della sua testimonianza diretta, focalizza la sua attenzione sull’ultimo decennio che ha visto la città governata dall’Amministrazione Servalli a guida PD e non fa sconti su quello che giudica, senza mezzi termini, un malgoverno da lui reputato il peggiore che Cava abbia mai vissuto.
Con maestria e disinvoltura si muove negli argomenti, nei fatti e nei misfatti di un decennio che ha visto Cava de’ Tirreni “abbrutirsi”, ripiegarsi su sé stessa, perdere vitalità, affogare nel pressapochismo di chi ha governato con lentezza, goffaggine e incapacità che hanno spinto la città verso il baratro dell’indebitamento milionario, del riequilibrio finanziario che ogni giorno paghiamo con tasse altissime, dello svuotamento della macchina amministrativa, fino ad arrivare al de profundis cagionato dal licenziamento di due dirigenti comunali per la vicenda non ancora chiarita degli ammanchi milionari dalle casse comunali. Segno inequivocabile, questo, che è stata persa la barra nel governare la città, che è stato smarrito il polso della situazione.
Nelle pagine del libro (che si legge tutto d’un fiato) Pasquale Petrillo ha illustrato anche il ruolo dell’opposizione politica, da lui definita poco cattiva e mordace, soprattutto nel primo quinquennio amministrativo, e ha accusato la società civile metelliana di essere colpevolmente assente, preferendo restare alla finestra a guardare, occupandosi del proprio “particulare”.
“La politica si fa col sentimento – ha affermato in uno dei suoi passaggi Petrillo – e io ritengo che invece Servalli non abbia mai governato con il sentimento, ma abbia tirato a campare, giorno dopo giorno, senza avere una visione chiara della città e del suo futuro, propinandoci la favoletta che tutto andava bene e, quando la gravità della situazione contabile si palesava, tentando di edulcorarla con una serie di inesattezze e parole non dette”.
L’evento ha trasformato la presentazione del libro in un momento di forte partecipazione politica e culturale. Il trionfo della mediocrità è un invito a guardare oltre e propone una riflessione costruttiva sul ruolo della società civile e sulla necessità, per ogni cittadino, di partecipare responsabilmente al rilancio della comunità.
L’autore, infatti, ha ricordato di aver “trovato ispirazione in uno degli insegnamenti di Sant’Agostino: «La speranza ha due bei figli: la rabbia ed il coraggio. La rabbia nel vedere come vanno le cose, il coraggio di vedere come potrebbero andare». Questo è stato lo spirito che mi ha accompagnato nella stesura del libro, anche nella prospettiva di un assunto del filosofo George Santayana che sin da giovane ho fatto mio: «Chi non sa ricordare il passato è condannato a ripeterlo». Ecco, il mio principale intento è stato ed è quello di non dimenticare i travagli di questi ultimi dieci anni della vita politico-amministrativa. Un monito, ma più ancora un invito alla politica e alla società civile a cambiare registro partendo dalle difficoltà del presente e dagli errori e dai limiti di un recentissimo passato”. (foto Christopher Spatuzzi)

























