scritto da Pasquale Petrillo - 02 Novembre 2025 18:18

Cava de’ Tirreni, gli scherzi della storia: celebrare oggi l’opera del sindaco Giuseppe Trara Genoino che nell’Ottocento tolse “moltissimi debiti al Comune, senza aggravio di tasse” per i cittadini

Il confronto con la lezione di Trara Genoino suona dunque come un monito di straordinaria attualità. E cioè che governare bene significa costruire, non gravare

È in corso in questi giorni a Cava de’ Tirreni la mostra dedicata a Giuseppe Trara Genoino, organizzata dal sodalizio “Figli di Mamma Lucia” in occasione del bicentenario della sua nascita. L’iniziativa rende omaggio a una delle figure più significative della storia cittadina, protagonista di un periodo decisivo per la crescita e la modernizzazione della città.

Trara Genoino fu sindaco di Cava de’ Tirreni per due mandati, dal 1861 al 1869 e dal 1876 al 1884. Durante la sua amministrazione sorsero opere fondamentali come il Teatro Municipale, la Villa Comunale e la biblioteca. Si aprirono nuove strade, furono realizzati numerosi lavori pubblici e si avviò lo sfruttamento delle sorgenti idriche. Elementi che contribuirono in modo determinante al progresso urbano. Importante anche la sua azione per la repressione del brigantaggio, che in quegli anni minacciava la sicurezza del territorio.

Cava non può che ricordare Trara Genoino come uno dei suoi migliori sindaci. Forse quello che più di ogni altro seppe imprimere alla città un impulso moderno e duraturo.

«Nel 1861 Cava era la più popolosa – 24.378 abitanti ricca fra le città della nostra provincia, ma era, non meno delle altre, desolatamente arretrata per colpa del malgoverno spagnolo e dello immobilismo borbonico. C’era carenza di quelle strutture che sono le componenti di un paese civile e moderno: istruzione, privilegio delle famiglie ricche, strade poche e insicure, igiene negletto, scarsi quei «comforts» che sono di decoro alle città e ai cittadini stimolo per l’azione e motivo per il pieno godimento della vita. A conferire alla nostra Città il nuovo volto, che con evoluzioni e qualche involuzione, è quello odierno, diedero avvio le Amministrazioni che fecero capo a Trara Genoino». 

Così, negli anni Sessanta del secolo scorso, scrive dell’opera del sindaco Trara Genoino il professore Valerio Canonico nelle sue straordinarie e preziose Noterelle Cavesi.

«A tempo di primato -scrive sempre Canonico- furono costruiti due acquedotti: uno per la zona occidentale e l’altro per quella orientale. Ogni villaggio ebbe così la sua fontana in muratura e qualcuna anche con pretesa artistica, e al borgo, oltre le due in piazza S. Francesco e alle spalle del Duomo, in ogni vicolo sorse una fontanina. Poco discosto, nel 1864, sorgevano i primi tre vespasiani. Fu subito constatato l’effetto benefico dell’acqua potabile: cessò di essere endemico il tifo, causa ogni anno di trepidazioni e di morte. Fra i provvedimenti suggeriti dall’igiene, degno di menzione, è il concentramento delle beccherie nella Via denominata ad Osvaldo Galione, e perciò fu chiamata delle Chianche».

E ancora: «Trara aveva il pallino per le strade. Ne fece costruire 85 Km., cifra che avrebbe raggiunto i 130, se non gli avessero bocciato i progetti di unire Cava con Tramonti e con Baronissi».

C’è un altro passaggio molto significativo delle Noterelle Cavesi, è quello sulla Pubblica Istruzione. «L’istruzione elementare, da privata e a pagamento, divenne con l’Unità d’Italia, pubblica e gratuita. Funzionavano a Cava scuole private, condotte specialmente da ecclesiastici. Soppressi i conventi, rimasero disponibili cinque o sei insegnanti che ne avevano capacità ed esperienza, mentre il fabbisogno era di almeno venti per aprire le prime classi al borgo e almeno una o due nei villaggi. Trara non si perdette d’animo e con quel piglio risoluto, proprio dei realizzatori, scelse fra la turba dei sacerdoti, che non avevano cura di anime, un gruppetto di sufficiente cultura e li proclamò maestri, dando così l’avvio alle prime classi».

Trara Genoino, scrive ancora Canonico, fu anche «Commissario in Sala Consilina, ad Amalfi e Positano, delle quali città divenne cittadino onorario. Positano ed Amalfi poi per premiare l’interessamento di Trara alla costruzione della strada Amalfi – Meta di Sorrento, gli dedicarono una strada».

Gli organizzatori della mostra commemorativa, infine, ricordano che «quando morì, il 26 agosto 1900, il giornale “Il Mattino” scrisse: “Lasciò orme imperiture della sua savia amministrazione, eseguendo innumerevoli e pregevoli opere pubbliche. Amministrò il patrimonio comunale con rara avvedutezza, raggiungendo un equilibrato pareggio, togliendo moltissimi debiti al Comune, senza aggravio di tasse. Ogni ordine di cittadini trovò in lui il consigliere affettuoso e il protettore giusto…”».

A due secoli di distanza, sembra evidente che Cava de’ Tirreni debba ancora molto a questo monumentale Sindaco dell’Ottocento. Per questo, l’iniziativa dell’associazione “Figli di Mamma Lucia” assume un valore particolare. E’ non solo un tributo storico, ma anche un invito a riflettere su cosa significhi davvero amministrare con visione, sobrietà e senso del bene comune.

Non passa inosservato, infine, il singolare parallelo con l’attualità. La celebrazione di un Sindaco capace di risanare le finanze comunali avviene proprio in un momento come l’attuale. La città, infatti, è ora chiamata a far fronte a uno squilibrio finanziario significativo, con debiti accumulati e un piano pluriennale di riequilibrio in corso. Anni difficili con un aggravio di tasse che ha pesato sui cittadini. Il confronto con la lezione di Trara Genoino suona dunque come un monito di straordinaria attualità. E cioè che governare bene significa costruire, non gravare.

E’ quasi come uno scherzo della storia. Può succedere. A noi cavesi è successo. Purtroppo.

 

 

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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