scritto da Redazione Ulisseonline - 27 Ottobre 2025 10:50

Manovra 2026, dalle banche 3,9 miliardi di euro: l’analisi di Unimpresa

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, ha definito il contributo richiesto al sistema bancario “complessivamente equilibrato” rispetto agli utili record registrati negli ultimi esercizi

La manovra di bilancio 2026 comporterà un impatto complessivo di circa 9,5 miliardi di euro sul sistema bancario italiano nel triennio 2026-2028.

È quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, elaborata sulle tabelle del disegno di legge di bilancio depositato al Senato. Il peso maggiore ricadrà sui primi due anni di applicazione, con 3,9 miliardi di oneri stimati nel 2026 e altrettanti nel 2027, mentre nel 2028 l’effetto si ridurrà a 1,6 miliardi.

Secondo Unimpresa, la misura più onerosa è la sospensione della deduzione dei componenti negativi legati alle Dta (imposte anticipate), prevista dall’articolo 22 del disegno di legge, che vale oltre 3,3 miliardi in due anni. L’articolo prevede che le banche non possano dedurre temporaneamente alcuni costi connessi alle Dta iscritte in bilancio, per un impatto di 1,2 miliardi nel 2026 e 2,1 miliardi nel 2027.

Un’altra voce significativa riguarda l’aumento dell’Irap sulle banche, che passa dal 4,65% al 6,65%, con un aggravio stimato in 3,27 miliardi nel triennio: 976 milioni nel 2026 e oltre 1,1 miliardi per ciascuno dei due anni successivi. Si tratta di una misura strutturale che, pur garantendo maggiori entrate immediate per lo Stato, incide sulla redditività netta e sulla competitività del settore bancario italiano rispetto a quello europeo.

Il terzo intervento per rilevanza è la limitazione temporanea della deducibilità degli interessi passivi, ridotta al 96% nel 2027 per poi tornare al 99% nel 2028. L’effetto complessivo è stimato in 913 milioni di euro, di cui 519 milioni nel 2027 e 394 nel 2028. Tale misura incide direttamente sul costo del capitale e sulla redditività operativa degli istituti di credito.

A parziale compensazione, l’articolo 19 introduce una nuova disciplina sulla deducibilità delle perdite su crediti, consentendo di ripartire le rettifiche su cinque anni. L’effetto positivo, pari complessivamente a 316 milioni nel triennio, risulta tuttavia marginale rispetto al peso complessivo delle nuove misure fiscali.

Infine, una voce straordinaria ma una tantum è rappresentata dall’affrancamento degli extraprofitti bancari 2023 (articolo 20), che porterà 1,65 miliardi nel 2026. L’operazione consente alle banche di chiudere definitivamente la partita aperta con la tassa straordinaria sugli utili introdotta lo scorso anno, fornendo un gettito immediato all’erario.

Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, ha definito il contributo richiesto al sistema bancario “complessivamente equilibrato” rispetto agli utili record registrati negli ultimi esercizi, grazie al prolungato rialzo dei tassi di interesse. Longobardi ha tuttavia auspicato un confronto approfondito tra governo e Abi prima della conclusione dell’iter parlamentare, “per garantire un equilibrio tra esigenze di gettito e stabilità del sistema creditizio”, sottolineando la necessità di un dialogo tra esecutivo, banche e rappresentanze imprenditoriali per evitare effetti distorsivi sul credito e sulla crescita. (fonte Unimpresa)

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