scritto da Redazione Ulisseonline - 30 Novembre 2025 10:16

Inflazione in rallentamento: Italia sotto la media dell’Eurozona

A novembre prezzi in calo, energia ancora negativa e servizi in frenata. Per il 2026 attesa una dinamica moderata, con consumi fragili e investimenti lenti

L’inflazione italiana conferma una traiettoria di raffreddamento più marcata rispetto al resto d’Europa. Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, il mese di novembre ha registrato un arretramento dei prezzi e una dinamica complessiva più debole delle attese, con segnali di rallentamento diffusi nei principali comparti.

Il NIC (Indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività) ha segnato una flessione dello 0,2% su base mensile, con inflazione annua all’1,2%, mentre l’IPCA è sceso dall’1,3% all’1,1%, valori inferiori alle medie degli ultimi trimestri e alle previsioni di consenso. La dinamica italiana si conferma dunque stabilmente al di sotto della media dell’Eurozona, riflesso di una domanda interna meno vivace, salari moderati e consumi prudenti.

Nel dettaglio, i beni alimentari tornano a crescere (+0,5% su base mensile), segnale di una persistente sensibilità alle filiere internazionali. I servizi ricettivi e di ristorazione registrano una contrazione del 2,4% mensile, con decelerazione annua dal 3,9% al 3,3%, dopo i picchi estivi legati al turismo. Prosegue la fase di raffreddamento nelle spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili, con variazione annua in calo dal -1,7% al -2,1%.

L’energia resta ampiamente negativa (-4,2% annuo), pur con un lieve rimbalzo mensile (+0,6%). In rallentamento anche i servizi ricreativi e culturali, scesi al 2,9% annuo rispetto al 3,3%, così come i trasporti, passati dal 2% allo 0,8%. Le comunicazioni risultano meno negative, con dinamica tendenziale da -5,1% a -3,9%, segnale di stabilizzazione dei prezzi nelle telecomunicazioni.

L’inflazione di fondo sul NIC rallenta dall’1,9% all’1,8%, mentre sull’IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato) scende da 1,9% a 1,7%. Anche il “carrello della spesa” mostra una decelerazione, passando dal 2,1% all’1,9% su base annua. Complessivamente, l’intero comparto dei servizi sta rientrando dalla fase di spinta che aveva caratterizzato i mesi successivi alla riapertura post-pandemia, mentre i beni sono influenzati da dinamiche più selettive e meno diffuse.

Per il 2026, Unimpresa stima che la dinamica resterà contenuta: l’IPCA dovrebbe attestarsi all’1,7% e il NIC all’1,4%. Una inflazione moderata contribuisce a proteggere il potere d’acquisto, ma riflette al tempo stesso una domanda interna fragile e investimenti che avanzano a ritmo lento. «Non siamo di fronte a un rischio inflazionistico, ma a una crescita che richiede attenzione costante» ha dichiarato il vicepresidente Giuseppe Spadafora.

«La domanda resta debole e molte filiere produttive stanno ancora assorbendo gli shock energetici degli ultimi anni. Serve una strategia organica di politiche economiche per sostenere famiglie e imprese, migliorare il clima di fiducia e rafforzare gli investimenti. L’Italia può trarre vantaggio da un’inflazione moderata, ma deve trasformarla in un’opportunità, non in un segnale di stagnazione». (fonte Unimpresa)

 

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