scritto da Francesca Faiella - 01 Novembre 2025 07:42

Salerno, al Piccolo Teatro del Giullare stasera e domani in scena “Un giardino in stanza”

Viola Di Caprio, testo e regia dello spettacolo, porta in scena una favola gioiosa che parla della morte, una commedia laddove ci si aspettava una tragedia. "Percepisco la vita come un’esperienza buffa, piena d’amore. La mia rappresentazione parla di un momento delicato di essa: la fine. La scelta di Napoli per l’ambientazione mi ha aiutato a scrivere sulla morte una commedia. Una commedia buffa e innamorata"

Sabato 1 novembre alle 20:30 e domenica 2 novembre alle 18:30 presso il Piccolo Teatro del Giullare di Salerno andrà in scena “Un giardino in stanza” di e con Viola Di Caprio. Insieme a lei in scena Francesco Casandrino, Melina Merlino, Fabio Paesano per una favola gioiosa che parla della morte, una commedia laddove ci si aspettava una tragedia. Aiuto regia e voce fuori campo Francesca Romana Nascè; scenografia di Sabina Lembo; musica originale Ninnanà di M°Edoardo Pepe.

In un hospice di Napoli, a causa di lavori di ristrutturazione, i malati terminali vengono accolti in un reparto del policlinico. Dorotea, insieme con la figlia, Mia, si ritrovano così in una realtà caotica ma estremamente vitale, dove l’ambulanza arriva con musica a tutto volume e l’infermiere del policlinico, Vito, con fare napoletano, invade e travolge i pazienti in cura sospesi in attesa della morte.

“Volevo parlare dell’attesa della morte, dal punto di vista di chi è abituato a cogliere la gioia degli attimi-afferma l’autrice e regista Viola Di Caprio.

“Ho conosciuto entrambe le realtà assistenziali: ho visto il progressivo spegnersi in un hospice e ho vissuto la gestione della cura in un ospedale di Napoli. Ho immaginato di unire questi due mondi. Volevo rappresentare le due forze che prendono in carico la sofferenza, entrambe imperfette: una tragica e sorda; l’altra comica e chiacchierona. Volevo che si contaminassero, ho visto coi miei occhi che è possibile, e che da questa contaminazione può scaturire incanto. Percepisco la vita come un’esperienza buffa, piena d’amore. La mia rappresentazione parla di un momento delicato di essa: la fine. La scelta di Napoli per l’ambientazione mi ha aiutato a scrivere sulla morte una commedia. Una commedia buffa e innamorata.”

Cavese, laureata in Letterature comparate alla Sapienza di Roma, insegna lettere in una scuola media di Cava. Ama la letteratura, il teatro e il lindy hop, si dedica al giornalismo per passione.

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