Un applauso scomodo
Le lodi arrivate da Mosca a Matteo Salvini irrompono nel dibattito politico italiano mentre sono in corso difficili trattative per una tregua tra Russia e Ucraina, mettendo in imbarazzo il governo e complicando il posizionamento internazionale dell’Italia
L’apprezzamento espresso dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, per alcune dichiarazioni di Matteo Salvini arriva in un momento particolarmente delicato, mentre sono in corso complesse e incerte trattative per giungere a una tregua nella guerra tra Russia e Ucraina. Le parole di Mosca hanno immediatamente innescato le reazioni dell’opposizione, che accusa il leader leghista di ambiguità e vicinanza al Cremlino, chiamando in causa anche la presidente del Consiglio. L’endorsement russo appare imbarazzante per il governo Meloni, impegnato a ribadire in Europa il sostegno all’Ucraina e a mantenere credibilità tra gli alleati. L’assenza di Salvini dagli appuntamenti istituzionali più rilevanti rafforza l’immagine di una distanza dalla linea ufficiale dell’esecutivo. L’Italia è osservata con attenzione dai partner europei, soprattutto del Nord. Le sortite del vicepremier rischiano di trasformarsi in un fattore di fragilità politica e diplomatica. Salvini, sia chiaro, ha tutto il diritto di esprimere le sue opinioni. Sta di fatto che questo diverso modo di vedere i rapporti in politica estera mina la credibilità dell’Italia, del suo governo e della premier Meloni. Ed è proprio la Meloni che deve decidere su Salvini: o cambia registro o va fuori dal governo. Non c’è altra strada.





