Salvare la scuola dalla violenza
La scuola è e deve restare uno dei maggiori capisaldi della formazione delle future generazioni. Proprio per questo, è imprescindibile la tutela di chi insegna e il rispetto tanto del loro ruolo che della loro persona

Ancora una volta un docente subisce un’aggressione. E’ successo ad Inzago, nel milanese, dove uno studente 14enne, con l’aiuto di un amico, ha colpito a schiaffi e pugni il proprio insegnante. Il motivo? Lo aveva rimproverato a scuola una paio di mesi prima. E’ bastato questo per un’azione punitiva, una vendetta a freddo, del tutto ingiustificata e spropositata. Non è il primo e di sicuro non sarà l’ultimo caso di violenza che vede vittima un insegnante. Da qui, l’esigenza di stroncare senza se e senza ma un simile fenomeno così grave e preoccupante. La scuola è e deve restare uno dei maggiori capisaldi della formazione delle future generazioni. Proprio per questo, è imprescindibile la tutela di chi insegna e il rispetto tanto del loro ruolo che della loro persona. Quanti minano, adulti o minori, genitori o studenti, il corretto svolgimento dell’attività educativa, con la violenza tanto verbale quanto fisica, vanno severamente puniti con misure appropriate. E’ in gioco uno dei fondamenti del vivere civile. Non garantire sicurezza e dignità agli educatori significa aprire le porte all’anarchia e alla barbarie. E’ una questione di civiltà. D’altronde, civiltà ed educazione viaggiano sempre insieme e sono il primo, indispensabile rimedio contro la violenza e la stupidità.