La colpa di recitare l’Ave Maria
Due mamme protestano con il dirigente scolastico. Alla docente viene così inflitta la sospensione per 20 giorni con relativa perdita dello
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In una scuola elementare in provincia di Oristano una insegnante fa recitare l’Ave Maria e il Padre Nostro in classe e realizzare ai bambini un rosario. Due mamme protestano con il dirigente scolastico. Alla docente viene così inflitta la sospensione per 20 giorni con relativa perdita dello stipendio. A quanto pare l’insegnante si è pure scusata, ma ciò non ha evitato la severa punizione. Nel nostro Paese succede anche questo. Sia chiaro, chi non è credente ha tutte le ragioni per far valere i suoi diritti al riguardo. Tuttavia, qui siamo all’assurdo. Si tratta di un episodio isolato. Avvenuto in preparazione delle cerimonie natalizie. Non è che la docente ogni mattina imponesse di recitare le preghiere senza il preventivo consenso di tutti i genitori. Ad ogni modo, più che una questione di rispetto di diritti, il punto cruciale è che la tolleranza e il buon senso dovrebbero sempre prevalere. A maggior ragione in chi è chiamato a dirigere le istituzioni scolastiche. Quello che è del tutto mancato nel comminare una sanzione fuori dalla grazia di Dio.