Consenso libero e attuale, la legge si blocca al Senato
Dopo l’approvazione unanime alla Camera, la norma sulla violenza sessuale incontra lo stop della Lega in Commissione
La proposta di legge che introduce il principio del «consenso libero e attuale» negli atti sessuali sembrava destinata a un via libera bipartisan, ma al Senato la Lega ha fermato l’iter. Due i punti contestati. La riduzione di pena nei casi di “minore gravità”, giudicata troppo generica e affidata alla discrezionalità dei magistrati. Poi, il timore di un’inversione dell’onere della prova, che secondo alcuni giuristi obbligherebbe l’accusato a dimostrare l’esistenza del consenso. La ministra Roccella e parte della dottrina condividono questa preoccupazione, mentre altri esperti, come il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, negano che vi sia un cambiamento processuale: resterebbe al pubblico ministero il compito di provare l’assenza di consenso. Quello del consenso libero e attuale è, da un punto di vista giuridico, un terreno indubbiamente molto scivoloso. Il dibattito resta aperto, tra l’esigenza di rafforzare la tutela delle vittime e la salvaguardia della presunzione di innocenza. Di sicuro è utile una riflessione in più. A patto che non sia questo un modo per portarne l’approvazione alle calende greche.





