scritto da Redazione Ulisseonline - 18 Novembre 2025 14:55

Il Paese tra prudenza economica, ansie demografiche e nuovi equilibri politici: il quadro che emerge dall’ultima rilevazione SWG

L’ultima pubblicazione SWG (10–16 novembre 2025) fotografa un’Italia scettica sulla manovra economica, preoccupata per la denatalità e divisa nella percezione della ricchezza. Sul fronte politico, Fratelli d’Italia consolida la leadership, mentre il Partito Democratico resta stabile e il Movimento 5 Stelle registra un lieve arretramento. Un insieme di tendenze che restituisce un Paese attento ai conti pubblici ma inquieto per il futuro sociale, economico e demografico

Nella rilevazione SWG, il giudizio degli italiani sulla manovra di bilancio 2026 si attesta a 5,2 su 10, in lieve miglioramento rispetto agli ultimi due anni ma ancora sotto la soglia della sufficienza. Il dato conferma una costante diffidenza dell’opinione pubblica verso i provvedimenti economici dei governi, mai riusciti negli ultimi otto anni a superare il voto medio di 6.

La valutazione varia nettamente in base all’orientamento politico: gli elettori della maggioranza esprimono un giudizio medio di 7,2, mentre quelli dell’opposizione si fermano a 3,7; più tiepidi gli indecisi, con un voto di 5,1.

L’approccio prudente sui conti pubblici viene apprezzato dal centrodestra, mentre nell’area progressista prevale la percezione di una manovra poco incisiva. La divisione emerge anche nella domanda sul livello complessivo della spesa prevista (18 miliardi): il 73% degli elettori di maggioranza sostiene la necessità di mantenere i conti in ordine, mentre tra gli oppositori prevale la richiesta di interventi più robusti anche a costo di aumentare il deficit.

Le misure più apprezzate sono l’esclusione della prima casa dall’ISEE, il potenziamento delle risorse per il SSN e gli interventi sul congedo parentale. Molto meno graditi risultano invece i provvedimenti fiscali, dall’abbassamento dell’aliquota IRPEF alla rimodulazione delle accise, fino alla rottamazione delle cartelle, valutata negativamente dalla maggioranza degli intervistati.

Il quadro generale mostra un Paese scettico: solo il 14% prevede di pagare meno tasse nel 2026 e la sensazione prevalente è che a beneficiare della manovra sarà soprattutto il ceto medio, non le fasce più deboli né i contribuenti più abbienti.

Denatalità e invecchiamento: tre italiani su quattro sono preoccupati

Il dossier dedicato alla denatalità segnala un allarme profondamente interiorizzato dall’opinione pubblica: il 75% degli italiani si dichiara preoccupato per il declino demografico e il rapido invecchiamento della popolazione.

La decisione di avere figli viene letta soprattutto come un gesto di responsabilità sociale, ma anche come una scelta ancora legata a modelli tradizionali di genere e spesso possibile solo in condizioni economiche favorevoli. Al primo posto tra i fattori che frenano la natalità si colloca la precarietà economica (66%), seguita dall’incertezza generata da guerre e crisi internazionali e dalla carenza di servizi statali come welfare e assistenza all’infanzia.

Tra le conseguenze più temute del calo delle nascite spiccano l’insostenibilità futura del sistema pensionistico e la crescente pressione sul sistema sanitario. I più giovani, però, spostano il tema su un piano culturale: temono un Paese meno dinamico, con meno idee e minore capacità di innovazione.

Sul futuro, prevale un certo pessimismo: solo il 24% ritiene possibile invertire la tendenza con politiche coraggiose, mentre il 41% crede che si possa quanto meno rallentare il declino; un terzo degli intervistati, infine, considera la denatalità un fenomeno già irreversibile.

Chi è ricco? Una percezione sfumata e profondamente generazionale

Il terzo capitolo dell’indagine esplora il concetto di ricchezza. Per oltre metà degli italiani, una famiglia di quattro persone può dirsi ricca se dispone di un reddito mensile di almeno 9.000 euro, tre volte il valore del reddito medio nazionale.

Considerando il patrimonio complessivo, un italiano su quattro ritiene che sia sufficiente possedere 250.000 euro di beni per essere “ricchi”; la soglia della “super ricchezza” si colloca però molto più in alto, oltre i 100 milioni di euro.

Netta la frattura tra le generazioni sugli status symbol:

  • per la Gen Z prevalgono le abitazioni esclusive e la presenza di personale di servizio;

  • i Millennials prediligono le supercar;

  • la Gen X e i Baby Boomers indicano jet privato e barche come simboli più immediati della ricchezza.

In un ipotetico scenario in cui ci si ritrovi milionari dall’oggi al domani, la priorità sarebbe – trasversalmente – garantire il futuro proprio e dei familiari mediante investimenti e attività imprenditoriali, mentre oltre il 20% sarebbe destinato a donazioni e beneficenza. Molti però ritengono che una persona molto ricca debba contribuire prima di tutto alla collettività, attraverso tasse, creazione di imprese o iniziative filantropiche.

Il quadro politico: Fratelli d’Italia torna a crescere, PD stabile, M5S in calo

Sul versante delle intenzioni di voto, aggiornate al 17 novembre 2025, Fratelli d’Italia si conferma saldamente primo partito con il 31,4% (+0,1), recuperando rispetto alle settimane precedenti e consolidando una posizione di netta leadership.

Il Partito Democratico scende lievemente al 22% (–0,2), il Movimento 5 Stelle resta al 12,8%.

Nel centrodestra, Forza Italia scende all’8%, mentre anche la Lega al 7,8% perde terreno. Alleanza Verdi-Sinistra sale al 6,9% (+0,2).

Tra i partiti minori: Azione si attesta al 3,2%, Italia Viva al 2,5%, +Europa all’1,5%, Noi Moderati all’1,3% e gli altri partiti al 2,6%. La quota dei non espressi rimane molto alta, al 30%, a conferma di un elettorato ancora fluido e difficilmente intercettabile.

Conclusioni

Il Radar SWG di metà novembre consegna l’immagine di un Paese diviso e inquieto. La fiducia verso la manovra è limitata, la denatalità è percepita come un’emergenza strutturale e la ricchezza appare sempre più come un concetto soggettivo e generazionale. Sul fronte politico, la maggioranza mantiene il primato ma l’alta quota di indecisi continua a rappresentare un’incognita centrale.

Se vuoi, posso produrre anche una versione più breve oppure un approfondimento dedicato solo alle intenzioni di voto.

Clicca qui per leggere la rilevazione RADAR SWG 10-16 novembre 2025

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