LIBRI & LIBRI Le Pure Stelle
Costruirsi un'identità sociale spirituale senza un uomo, per una donna è ancora difficile, ma è fondamentale riflettere sulle dinamiche che ci frenano. Solo così possiamo vedere i nostri desideri più profondi e non sminuirli come deliri femminili
Il libro di Tonia Cardinale, LE PURE STELLE – Edizioni Iod anno 2025, è diviso in due parti il presente e il passato raccontato in un filo di memoria che ricostruisce, in prima persona, i ricordi della protagonista senza, è questa la cosa interessante, voler arrivare a nessun bilancio, ma nuotando dolcemente in una vita vissuta rincorrendo i propri desideri. Sfida il destino, la signorina felicità, nel periodo che vive ad Amalfi, ma tutto sembra possibile negli anni sessanta, rompere l’ordine delle cose superare l’orlo del mondo.
“… Un’aula sospesa a mezza via tra il cielo e la terra, immerso in un odoroso giardino di limoni che si affaccia a strapiombo sul terreno…” (LE PURE STELLE – Ed. IOD anno 2025 – p.89)
La narrazione ha il linguaggio della leggerezza, come ce lo descrive Calvino, “si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandona al caso”. (da Lezioni Americane).
Davanti a un iniziale spaesamento per la mancanza di identità dei personaggi, ci accorgiamo di non averne bisogno, il linguaggio trascinante prende il sopravvento e ci fa dimenticare anche la curiosità che ha stimolato la lettura iniziale, l’essere ex moglie di un noto giornalista, Michele Santoro.
Un libro, così intimo e indagatore, non avrebbe potuto scriverlo se non una donna. È un mio parere naturalmente, ma raramente ho letto (in questo periodo le autobiografie sono di moda) libri autobiografici che non rivelano subito se sono scritti da un maschio o da una femmina, la distinzione è nella capacità di comunicare emozioni rivelatrici, superando il limite della porta che divide pubblico e privato. È stata la ricerca psicologica ratificarne la presenza, eppure, quando a parlarne, è un maschio, come Freud, quel varco diventa malattia.
Perché questa premessa?
Per dire che tutti i cambiamenti hanno dei costi, il cambiamento delle donne si è svolto, per una grande percentuale, nell’intimo di un soggetto, femmina, che per secoli ha vissuto incastrato nella mente di un altro, marito, amante, padre cui era stato consegnato il potere di vita e di morte, separarsi non è stato facile.
Le donne del femminismo degli anni 70 sono rimaste incastrate nel meccanismo di potere che stavano combattendo. Hanno pensato di avere, finalmente, in mano un’arma che separa di nuovo il femminile dal maschile, ma è diventato una punizione Divina, come era stato all’origine, perché il potere è rimasto dall’altra parte e non bastava fare come loro i maschi per avere quel potere.
“Sarà che mi piace sognare, a occhi aperti, ma la cosa a me pare semplice, logica e conseguenziale. Platone. L’androgino. Due uguale, vigorosi, tracotanti. Allora Zeus, zac, un colpo secco. Un colpo solo, lì sulla schiena…” (op.cit. p. 64)
Quella separazione ha espropriato il femminile che aveva conquistato spazi propri, spazi di realizzazione ed equilibrio sociale che sono andati distrutti, rinnegati perché considerati sminuenti e privi di potere politico ed economico. Oggi sappiamo che questo cambiamento ha avuto tante vittime, la conseguenza di questa separazione, dice Platone, genera il maschile e femminile, la punizione è l’eros, il desiderio, l’amore. La nostra sorte è cercare la completezza dell’anima “non contro di lui ma senza di lui, conquistare l’indipendenza da lui “. (op.cit. p. 51).
Questo è il nodo da sciogliere: i desideri delle donne proiettati su un uomo, affidati a un uomo, visibile solo con lui, senza di lui, si fa vuoto il senso e incompleto ogni significato. E allora la liberazione è perdita? Qual è la conquista vera del femminile? Cercare la via del cambiamento è quello che fa l’autrice di questo libro. Per rimettere in discussione modelli introiettati per secoli, ci vorrà ancora tanto e non dipende solo dal singolo caso.
Tonia Cardinale ripercorre con la parola quello che abbiamo fatto tutte noi, che non abbiamo accettato come dato di fatto tutto quello che c’era imposto, anche lei lo porta alla figlia: “tu puoi scegliere, tu puoi vivere”.
Una riflessione, leggendolo questo libro ritornava. Costruirsi un’identità sociale spirituale senza un uomo, per una donna è ancora difficile, ma è fondamentale riflettere sulle dinamiche che ci frenano. Solo così possiamo vedere i nostri desideri più profondi e non sminuirli come deliri femminili. Per noi donne la via di uscita è rompere lo specchio, ritrovare i contenuti femminili di cui siamo state espropriate, con un immaginario simbolico nuovo e liberatorio.







