LIBRI & LIBRI La porta di Margaret Atwood: un incanto di ricordi e frammenti di realtà
La Atwood è una prolifica scrittrice poetessa ambientalista e critica letteraria canadese che ha saputo in maniera progressiva dare una spiegazione sempre più adatta alla società che ci circonda
Conosciamo tutti Margaret Atwood, grazie alla serie televisiva, ispirata al suo romanzo: Il racconto dell’ancella.
La Atwood è una prolifica scrittrice poetessa ambientalista e critica letteraria canadese che ha saputo in maniera progressiva dare una spiegazione sempre più adatta alla società che ci circonda.
Pochi la conoscono tuttavia per le sue poesie, nonostante i numerosi premi, tra cui il prestigioso premio Asturie.
Ho appena concluso la lettura di “La porta”, edito Le lettere e devo dire di averlo letto tutto d’un fiato perché la Atwood con lo scorrere delle pagine è riuscita a catturare ogni singolo aspetto della mia vita, decostruendo le mie aspettative e le mie certezze. È infatti una raccolta sulla perdita di certezze, sul dare un nuovo slancio al concetto di verità, indagando ciò che c’è di più comune nelle nostre vite. Da grande antagonista quale sono nei confronti dell’amore per forza a lieto fine a cui ci hanno abituato le serie e i film di Hollywood, la raccolta di Atwood ha saputo farmi mettere a confronto con l’incertezza e le mie paure facendomi rivalutare i miei appigli alla vita e al quotidiano.
Considerare che nel suo testo c’è l’intera umanità mi ha fatto sentire meno sola, e alla fine si spalanca la porta della verità, verità percorribile da ogni poeta in auge fino a renderci tutti dei poeti, fino a farci utilizzare la sinestesia poetica di modo da utilizzare tutti i nostri sensi per arrivare alla nostra essenza: non siamo soli ma siamo individui materiali nell’immateriale.







