Furti in casa, un italiano su tre ne è stato vittima: cresce la paura ma anche la consapevolezza
Nel 2024 oltre 155 mila denunce per furto in abitazione e quasi 1.900 rapine. Roma, Milano e Torino in testa per numero di reati. Il 64% degli italiani prevede di investire di più nella sicurezza domestica, ma aumenta il rischio di eccessi nei comportamenti individuali
Quasi un italiano su tre ha subìto almeno una volta un furto in casa.
È quanto emerge dal 4° Rapporto dell’Osservatorio Censis–Verisure sulla Sicurezza della Casa, realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno. Sono circa 14,5 milioni le persone, pari al 28,6% della popolazione, che dichiarano di aver vissuto questa esperienza; 8 milioni (16,1%) hanno subito un tentativo di furto e 4,5 milioni (8,7%) hanno riportato atti di vandalismo alla propria abitazione.
Nel 2024 sono stati denunciati 155.590 furti in abitazione, in aumento del 5,4% rispetto all’anno precedente, e 1.891 rapine (+1,8%). Roma guida la classifica con 8.699 casi, seguita da Milano (3.152) e Torino (2.024). In rapporto alla popolazione, la città con il tasso più alto di furti è Pisa, con 75,7 ogni 10 mila abitanti, seguita da Modena, Bolzano, Udine e Verona.
Nonostante i dati del primo semestre 2025 indichino una flessione dei reati (-8,6% i furti e -11,6% le rapine), la paura resta elevata: il 59% degli italiani teme di subire un furto in casa, contro il 48% del 2024.
Il rapporto fotografa anche un Paese più attento e pragmatico nella gestione della sicurezza. L’88,8% degli italiani considera la sicurezza una sfida collettiva che coinvolge Stato, imprese e cittadini, e quasi nove su dieci possiedono almeno un dispositivo di protezione domestica. Il 65,3% ha una porta blindata, il 35,1% un videocitofono e l’11,1% una serratura elettronica; il 64,1% pensa di destinare in futuro maggiori risorse alla sicurezza della propria abitazione.
Ma accanto alla crescente attenzione emergono segnali di tensione: quasi 5 milioni di italiani possiedono un’arma da fuoco e il 52,2% ritiene giustificabile sparare a un ladro in casa. Il 20,4% è favorevole a facilitare l’acquisto di armi e il 50,9% sostiene l’idea di ronde cittadine per il controllo del territorio.
Il tema della sicurezza rischia anche di accentuare le disuguaglianze. Il 59,7% degli italiani vorrebbe installare un sistema di allarme ma lo considera troppo costoso, percentuale che sale al 70,9% tra i redditi più bassi. Il 60,5% non è a conoscenza del “bonus sicurezza” che incentiva tali interventi.
Guardando al futuro, il 79,6% degli italiani chiede sistemi di protezione più personalizzati e integrati, mentre tre su quattro vorrebbero essere affiancati da esperti in tutte le fasi del percorso di tutela domestica. Un dato che, per il Censis, mostra come la sicurezza venga ormai percepita non solo come difesa, ma come servizio essenziale da adattare alle diverse condizioni di vita. (fonte Censis)







