scritto da Tina Contaldo - 29 Settembre 2025 07:54

Gaza, Meloni e San Francesco

San Francesco è stato un santo rivoluzionario che scelse la povertà in nome della collettività. Il suo però non fu un percorso canonico tanto è vero che decise di operare da vero dissidente, ultimo tra gli ultimi

Pochi sono stati attenti alle posizioni del Governo in questi giorni ma soprattutto alla demagogia e alla retorica utilizzate.

La problematica da sollevarsi è la seguente: cos’è il diritto di assemblea performativa?

San Francesco è stato un santo rivoluzionario che scelse la povertà in nome della collettività. Il suo però non fu un percorso canonico tanto è vero che decise di operare da vero dissidente, ultimo tra gli ultimi andando contro la morale corrente e contro i progetti che si erano riflessi su di lui sin da bambino riunendo sotto la sua guida tanti giovani e tanti sono ancora i giovani che lo seguono credenti e non.

La Meloni ha citato San Francesco in uno dei suoi comizi che avevano ben poco di teologico e tanto di demagogico, parlando dello Stato alla fine non riconosciuto di Palestina.

Pochi sanno che San Francesco era riuscito ad incattivarsi addirittura il sultano d’Egitto Malik-al-Kamil per promuovere il dialogo interreligioso. Oggi una cosa del genere sarebbe impensabile. La Meloni forse vuol dire che dobbiamo vivere in povertà e stenti invece che agire per il progresso sociale ed economico, dialogando con sé stessa su un palco che sa di xenofobia e razzismo? Cosa hanno in comune la Presidente del Consiglio, e un semplicissimo Santo che di retorica politica non credo ne volesse fare? E soprattutto perché non riconoscere lo Stato di Palestina che sarebbe come dare nuova vita ad un popolo umiliato, ferito e annientato in nome del Dio denaro, proprio come avrebbe fatto qualsiasi italiano ad eccezione dei pochi elettori di Fratelli D’Italia indottrinati da una donna che ha ben poco di cristiano come lei asseriva in qualche suo comizio?

Mi chiedo se San Francesco usava essere agitato, violento e bigotto? Beh la risposta mi sembra ovvia: tutt’altro! Allora cosa avrà portato la nostra Presidentessa a citarlo. Forse anche lei è dalla parte dei sofferenti o forse è piuttosto agita da una scissione interna e dal dubbio amletico: essere o non essere fratelli, questo si che è un dilemma. Direi che per fortuna il fascismo non esisteva ai tempi di San Francesco e non esiste neanche oggi. Oggi c’è piuttosto un gioco economico travestito da xenofobia che risulta nelle scelte di una pseudo-destra che pretende l’incolumità dei più forti a discapito di chi? A discapito di chi uno Stato lo deve possedere per ritrovare la propria ragion d’essere, ma dire ciò ormai per dissentire è di un’ovvietà atroce. Tanto è vero che lo Stato di Palestina dovremmo essere noi italiani a riconoscerlo, noi a scegliere meglio chi ci guida, noi ad andare contro il fumo che ci stanno buttando negli occhi per fare commercio di materie prime, petrolio. Allora forse ogni singolo cittadino è più implicato di quello che pensa e più si vuole di più, più si crea fame. Oggi non è più una questione di aiutare i più deboli con cibo acqua e pozzi, oggi è più importante capire che per ogni nostra scelta qualcuno muore, e non si parla di eccessi ma di semplici gesti quotidiani che rendono la sorella vita molto più palpabile, ma anche sorella morte per altri. Nulla è un caso.

Chiedo al lettore di fare scelte più consapevoli e alla Presidente di parlare di cultura e non di scriverla e mi auspico che sia più grata alla formazione di destra che predilige il Presidenzialismo come forma ultima di unione, dato che sta isolando l’Italia dal dialogo inter e intra-nazionale senza considerare che evidentemente mentre lei parla, o bruciano la sua fotografia dei ragazzini (gesto simbolico e si sa che i simboli prevedono un indice), muoiono migliaia e migliaia di persone nel mondo e lei pensa solo a indebitarsi fino al collo con parole caustiche e vuote.

Laureata in Comunicazione Internazionale con una tesi su l’Antigone di Judith Butler, ha proseguito gli studi con un master in Europrogettazione e Internazionalizzazione delle imprese. Parla inglese, francese, greco e italiano e ha una forte passione per la scrittura che la caratterizza sin da bambina quando scriveva sceneggiature e racconti emozionanti e creativi. Fotografa e pittrice. Scrive poesie prendendo ispirazione dall’attualità soprattutto concentrandosi sul rapporto uomo/donna e sui fenomeni di migrazione volontaria o meno. Vive a Cava de' Tirreni ed è parte della Filellenica.

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