Salerno, denuncia di Polichetti (Udc) per le liste d’attesa infinite: “Sistema in crisi etica, cure rapide solo a pagamento”
Secondo numerose segnalazioni provenienti dal territorio, per ottenere una TAC o esami strumentali tramite il Cup pubblico si parla ormai di attese che arrivano fino al 2026, mentre le stesse prestazioni sono disponibili quasi immediatamente nel privato, se si è disposti a pagare
La sanità pubblica in provincia di Salerno è sempre più sotto pressione a causa delle liste d’attesa interminabili per esami diagnostici e visite specialistiche. Un fenomeno che sta alimentando un malcontento crescente tra i cittadini e solleva dubbi profondi sull’equità del sistema sanitario.
A denunciare con forza la situazione è Mario Polichetti, responsabile del Dipartimento nazionale Sanità dell’Udc, che parla di un vero e proprio “conflitto di interesse istituzionalizzato” e punta il dito contro un meccanismo che, secondo lui, penalizza i più deboli e mina la fiducia nelle istituzioni.
“È assurdo – dichiara Polichetti – che un medico, lo stesso medico, non abbia disponibilità per settimane nella struttura pubblica in cui lavora, ma possa garantire lo stesso esame nel giro di pochi giorni in ambito privato. Questo crea una concorrenza sleale e mette a rischio l’etica stessa del sistema sanitario nazionale”.
Secondo numerose segnalazioni provenienti dal territorio, per ottenere una TAC o esami strumentali tramite il Cup pubblico si parla ormai di attese che arrivano fino al 2026, mentre le stesse prestazioni sono disponibili quasi immediatamente nel privato, se si è disposti a pagare.
“Non si tratta solo di un problema organizzativo, ma di una crisi morale – prosegue Polichetti – che espone i cittadini meno abbienti a una scelta insostenibile tra la propria salute e il portafoglio. È un cortocircuito che va interrotto con norme chiare e controlli efficaci”.
Polichetti chiede interventi urgenti per regolare l’attività intramoenia e le prestazioni private dei medici pubblici, evidenziando come il sistema attuale rischi di legittimare una deriva pericolosa.
“La politica – conclude – deve prendere posizione. Non basta più denunciare: chi ha responsabilità deve dire chiaramente se vuole difendere una sanità pubblica per tutti o accettare che curarsi diventi un privilegio riservato a pochi”.
Nel frattempo, i cittadini continuano a fare i conti con un sistema sempre più inaccessibile, dove la tempestività delle cure sembra ormai dipendere solo dalla disponibilità economica.







