Cava de’ Tirreni, accessi abusivi ai dati al Comune: bufera sul comandante della Polizia Municipale
Nel reclamo si chiede all’Autorità garante di accertare le violazioni, applicare le sanzioni del caso, imporre al Comune maggiore trasparenza e limitare o sospendere temporaneamente la possibilità del dirigente di trattare dati personali
Una vicenda destinata ancora far discutere scuote il Comune metelliano. Gli avvocati Alfonso e Marco Senatore hanno presentato un formale reclamo al Garante per la protezione dei dati personali e una denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, in seguito a presunti accessi abusivi alla banca dati dei tributi comunali da parte del dirigente Stefano Cicalese, attuale comandante della Polizia Municipale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino e dalla testata Ulisse online, il dirigente comunale avrebbe effettuato almeno 84 accessi non autorizzati ai sistemi informatici tra il 14 febbraio 2022 e il 5 settembre 2024. Le consultazioni avrebbero riguardato dati tributari di amministratori locali, imprenditori, professionisti, cittadini comuni e persino degli stessi avvocati Senatore.
Il sindaco Vincenzo Servalli, interpellato in merito dagli stessi legali, ha confermato gli accessi, giustificandoli genericamente come atti di “accertamento e vigilanza” in materia tributaria. Tuttavia, non sarebbero state fornite spiegazioni puntuali sulle finalità, alimentando dubbi circa la legittimità dell’operato di Cicalese.
L’inchiesta giornalistica e le prime verifiche giudiziarie hanno fatto emergere anche l’ipotesi di un’attività di dossieraggio a fini personali. In alcuni articoli si legge infatti che gli accessi sarebbero stati eseguiti “per questioni personali e non attinenti al servizio”. Nonostante la Procura avesse chiesto la sospensione dal servizio, il comandante risulterebbe aver continuato a svolgere regolarmente le proprie funzioni, come attestano documenti pubblicati sull’Albo Pretorio comunale.
Gli avvocati Senatore hanno depositato il 28 luglio 2025 una denuncia-querela per il reato di accesso abusivo a sistema informatico (art. 615-ter c.p.), aggravato dall’abuso di funzione pubblica. Parallelamente, hanno presentato un reclamo al Garante della Privacy, evidenziando diverse criticità:
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assenza di trasparenza e motivazione sugli accessi effettuati;
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mancata attivazione del Responsabile della Protezione dei Dati (DPO);
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inadeguatezza delle misure di sicurezza a tutela delle informazioni dei cittadini;
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trattamento illecito dei dati da parte del dirigente comunale.
Nel reclamo si chiede all’Autorità garante di accertare le violazioni, applicare le sanzioni del caso, imporre al Comune maggiore trasparenza e limitare o sospendere temporaneamente la possibilità del dirigente di trattare dati personali.
La vicenda non riguarda soltanto i cittadini direttamente coinvolti, ma tocca la credibilità delle istituzioni locali. Gli avvocati Senatore hanno annunciato la volontà di portare avanti ogni iniziativa legale necessaria a tutelare la privacy e a garantire il rispetto della normativa europea in materia di protezione dei dati personali.
Se confermate, le accuse rappresenterebbero un grave campanello d’allarme sulla gestione dei dati sensibili nei Comuni, mettendo in luce carenze organizzative e di controllo che rischiano di minare la fiducia dei cittadini verso l’amministrazione pubblica.







