Trump e il caso Epstein
Emergono nuove email che collegano Donald Trump a Virginia Giuffre, riaccendendo lo scandalo Epstein e spingendo il Congresso verso la pubblicazione dei documenti riservati
Tre email di Jeffrey Epstein, rese pubbliche dai democratici della Commissione di vigilanza della Camera, suggeriscono che Donald Trump avrebbe frequentato la residenza del finanziere in compagnia di Virginia Giuffre, all’epoca minorenne. Le email contraddicono le dichiarazioni ufficiali del presidente e alimentano sospetti di insabbiamento. Firmata una mozione che impone alla Casa Bianca di divulgare gli “Epstein files”, documenti finora tenuti segreti nonostante le promesse elettorali. Alcuni repubblicani sostengono l’iniziativa, segnalando tensioni interne. Trump potrebbe reagire con azioni eclatanti per distogliere l’attenzione. Cresce il timore di una crisi istituzionale e mediatica. Non è da escludere che questa vicenda possa trasformarsi per Donald Trump nella classica buccia di banana su cui scivolare. La storia americana lo insegna: anche presidenti potenti hanno vacillato di fronte a scandali morali. Il caso più noto resta quello di Bill Clinton, che nel 1998 sfiorò l’impeachment per la relazione sessuale con Monica Lewinsky. Oggi, con le email che collegano Trump a Virginia Giuffre e con la crescente pressione per pubblicare gli Epstein files, si apre un nuovo fronte, potenzialmente esplosivo. L’impressione è che siamo solo all’inizio di uno scandalo dagli esiti imprevedibili, che potrebbe mettere in crisi l’attuale potente e prepotente inquilino della Casa Bianca. Non resta che seguire gli sviluppi.





