Sfratto shock a Bologna
Il fatto è gravissimo e preoccupante. E riaccende il dibattito sull’emergenza abitativa e sul ruolo degli affitti turistici nella trasformazione urbana
Polizia e carabinieri in tenuta antisommossa hanno sfrattato a Bologna due famiglie con bambini. Hanno sfondato porte e abbattuto un muro per entrare. Questo, nonostante pagassero regolarmente l’affitto. La società proprietaria, intenzionata a convertire gli appartamenti in affitti brevi da 700 euro a notte, non ha rinnovato il contratto di fitto. Le famiglie, che lavorano e hanno figli iscritti a scuola in città, hanno ricevuto offerte di sistemazione in alberghi a 40 km di distanza. Dura condanna dalla Regione Emilia-Romagna, che ha parlato di “immagini che non appartengono a questa terra” e di “speculazione oltre ogni limite”. Il fatto è gravissimo e preoccupante. E riaccende il dibattito sull’emergenza abitativa e sul ruolo degli affitti turistici nella trasformazione urbana. La legge deve indubbiamente contemperare i vari e contrastanti interessi. La proprietà va sì tutelata ma non può non avere una funzione anche sociale, come sancito all’articolo 42 della nostra Costituzione. In questa ottica, in primo luogo viene il diritto-dovere di tutelare le famiglie e, in ogni caso, i più deboli. La politica se ne faccia carico, perché la casa -insieme al lavoro, salute e istruzione- è un bene primario e prezioso da garantire ai cittadini. Quello che non è accaduto ieri a Bologna.





