Scontro Schlein-Meloni e l’eterogenesi dei fini
Sarebbe auspicabile che il confronto avvenisse esclusivamente sui temi concreti e sulle ambasce quotidiane degli italiani
Durante il congresso del Partito del Socialismo Europeo ad Amsterdam, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha criticato ieri duramente il governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Schlein ha espresso solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci, vittima di un attentato, e ha accusato l’esecutivo di estrema destra di minacciare libertà e democrazia. Ha denunciato tagli alla spesa pubblica, alla sanità e alla scuola, e ha lamentato il blocco delle proposte sul salario minimo. La premier Meloni ha replicato via social definendo le parole di Schlein “puro delirio” e “vergognose”, accusandola di diffondere falsità all’estero. Questi, in estrema sintesi, il racconto dell’ennesimo scontro politico. Che dire? Restiamo dell’opinione che si esagera più del dovuto e che si alza la voce e lo scontro per cercare di farsi sentire. L’Italia è governato da un governo di estrema destra? Assolutamente no. Nel nostro Paese libertà e democrazia sono minacciate? Assolutamente no, quantomeno non più di quanto avviene in qualsiasi altro paese occidentale. E allora? Beh, sarebbe auspicabile che il confronto avvenisse esclusivamente sui temi concreti e sulle ambasce quotidiane degli italiani. In secondo luogo, fare certe affermazioni all’estero vuol dire solo screditare l’Italia senza che ce ne siano reali e giustificati motivi. Anche questo, purtroppo, è un vecchio vizio della sinistra… ma accusare di fascismo e di pericolo per la democrazia Meloni e soci è il modo più banale per portare consensi proprio al centrodestra. I filosofi classificano questo fenomeno come eterogenesi dei fini.





