L’ergastolo per il femminicidio
Il Parlamento sta indubbiamente dando un segnale importante nel contrasto alla violenza sulle donne, ormai diventata una drammatica piaga sociale. E' scontato però che il fenomeno è molto complesso e va affrontato su molti altri punti di vista
«Chiunque cagiona la morte di una donna, quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o è conseguenza del rifiuto della stessa di stabilire o mantenere una relazione affettiva ovvero di subire una condizione di soggezione o comunque una limitazione delle sue libertà individuali, imposta o pretesa in ragione della sua condizione di donna, è punito con l’ergastolo». E’ questa la definizione del reato di femminicidio nel disegno di legge approvato ieri all’unanimità al Senato. Ora toccherà alla Camera la definitiva approvazione. La nuova norma prevede che il femminicidio diventi un reato a sé stante, per il quale è previsto l’ergastolo. Con le nuove norme sono previste aggravanti e aumenti di pena anche per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Il Parlamento sta indubbiamente dando un segnale importante nel contrasto alla violenza sulle donne, ormai diventata una drammatica piaga sociale. E’ scontato però che il fenomeno è molto complesso e va affrontato su molti altri punti di vista. A cominciare dall’educazione di base e dalla formazione. Il problema, inutile negarlo, è innanzi tutto culturale: sono fin troppo diffuse molte forme di discriminazione e violazione dei diritti umani che scaturiscono dal considerare come “naturali” le differenze di genere. Non a caso, nella nostra società trova ancora difficoltà la piena affermazione dei diritti delle donne. A cominciare dal lavoro. In conclusione, ben vengano norme più severe, ma non sarà la sola minaccia dell’ergastolo a cancellare o quantomeno ridurre drasticamente i casi di femminicidio. L’impegno dovrà essere quotidiano e a 360 gradi. Partendo dalle famiglie e dalla scuola. Dall’educazione che sapremo dare ai nostri figli. E’ un cammino lungo, ma inevitabile e necessario.




