scritto da Pasquale Petrillo - 18 Ottobre 2025 08:51

L’attentato a Ranucci e il ruolo del giornalismo

Questa brutta vicenda ripropone il ruolo strategico e vitale svolto dai giornalisti. Parliamo ovviamente dei giornalisti veri. In altre parole, dei giornalisti-giornalisti. Non i giornalisti-impiegati, ricordando Fortapàsc, il film di Marco Risi sulla vita e l'omicidio del giornalista Giancarlo Siani

foto Giovanni Armenante

L’attentato contro Sigfrido Ranucci, avvenuto giovedì sera davanti alla sua abitazione a Pomezia con un ordigno artigianale, rappresenta un grave segnale di intimidazione contro il giornalismo d’inchiesta. Il conduttore di Report ha raccontato di aver ricevuto negli ultimi mesi minacce, pedinamenti e persino un proiettile. Le indagini seguono più piste, dai clan criminali all’estrema destra, mentre il mondo politico ha espresso solidarietà unanime. Questa brutta vicenda ripropone il ruolo strategico e vitale svolto dai giornalisti. Parliamo ovviamente dei giornalisti veri. In altre parole, dei giornalisti-giornalisti. Non i giornalisti-impiegati, ricordando Fortapàsc, il film di Marco Risi sulla vita e l’omicidio del giornalista Giancarlo Siani. I giornalisti-giornalisti da sempre sono nel mirino della criminalità e dei poteri più o meno occulti. Danno fastidio. Scoprono traffici. Mettono in luce il malaffare. Evidenziano soprusi e malefatte. Esprimono critiche, sollecitano riflessioni. D’altra parte, anche senza scomodare giornalisti di punta come Ranucci, basta essere giornalisti normali, non passacarte o megafoni di qualcuno, per essere inviso. Peggio ancora, perfino osteggiato e vessato se non in qualche modo minacciato da chi detiene una qualsiasi forma di potere. Questo accade a tutti i livelli, nazionale e locale. Con il corollario di querele, intimidazioni, aggressioni. E’ questo il prezzo della democrazia e della libertà. «Se le nostre fragili democrazie avranno un futuro sarà solo grazie a opinioni pubbliche correttamente informate, dotate di uno spirito critico e accompagnate costantemente da un sano dubbio su ciò che accade intorno a loro», scrive oggi Ferruccio De Bortoli. Non c’è altro da aggiungere.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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