La famiglia nel bosco
Lo psichiatra Paolo Crepet critica l'allontanamento dei figli dalla famiglia Birmingham-Trevallion, che viveva in modo alternativo a Chieti, pur ammettendo la necessità di rispettare l'obbligo scolastico
Lo psichiatra Paolo Crepet ha espresso forti perplessità riguardo la decisione del Tribunale dei minori dell’Aquila di sospendere la potestà dei genitori Birmingham-Trevallion. La famiglia viveva in un bosco a Palmoli senza elettricità né scuola tradizionale. Crepet ha lanciato una provocazione, chiedendo come mai i genitori che ignorano i figli per stare sui social siano tollerati, mentre chi sceglie una vita libera e a contatto con la natura sia penalizzato. Lo specialista ha sottolineato che l’allontanamento è un trauma enorme per i minori. Il caso, esploso dopo un’intossicazione da funghi e il rifiuto dei genitori di sottoporre i bimbi a visite pediatriche, solleva dubbi sui criteri di valutazione della genitorialità. Tuttavia, Crepet ha concluso che è necessario un compromesso. Pur valorizzando la qualità della relazione affettiva, ha ribadito che la scuola è obbligatoria e che i genitori devono accettare questo limite sociale. Le argomentazioni di Crepet toccano una corda sensibile, risultando ampiamente condivisibili. Tuttavia, questo non inficia la decisione del Tribunale che, per le dinamiche legali e di tutela, si è trovata ad affrontare una situazione quasi inevitabile. Il nodo resta: in questo specifico caso, l’allontanamento forzato è davvero la soluzione più appropriata? La perplessità è legittima e suggerisce l’urgenza di trovare un punto di equilibrio e di mediazione che, pur difficile, è necessario ricercare.





