Il genitore mafioso
Appare pacifico che un mafioso, così come chiunque appartenente a una organizzazione criminale, condannato ad anni detenzione, non sia degno di essere un padre. E cosa vuoi che potrebbe insegnare? A sparare, uccidere, delinquere?
Il Tribunale per i minorenni di Palermo ha dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale un uomo condannato a venti anni di carcere per mafia e traffico di droga, ritenendolo inadatto al ruolo di padre. I figli resteranno affidati alla madre, ritenuta idonea e supportata da una solida rete familiare. La decisione segue l’impostazione del protocollo “Liberi di scegliere” e mira a tutelare i minori da modelli criminali. Una saggia decisione. Anzi, c’è da meravigliarsi che non ne siano state fatte di simili in passato. Appare pacifico che un mafioso, così come chiunque appartenente a una organizzazione criminale, condannato ad anni detenzione, non sia degno di essere un padre. E cosa vuoi che potrebbe insegnare? A sparare, uccidere, delinquere? L’indegnità genitoriale sembra essere più che palese. Per il bene del minore. E per l’intera società.





