Femminicidi, serve una presa di coscienza dei maschi
Cosa sta succedendo alla nostra società? Continua, e si allunga sempre più, la striscia del sangue di centinaia di donne che ogni anno sono vittime di un marito, di un compagno, di un fidanzato o semplicemente di un criminale che si palesa come innamorato
A Paupisi (Benevento) Salvatore Ocone, 58 anni, ha ucciso la moglie Elisa Polcino, 49 anni. L’ha colpita alla testa con un sasso. Poi si è accanito contro i due figli adolescenti: Cosimo, 15 anni, morto, e Antonia, 16, ricoverata in condizioni gravissime. I carabinieri, dopo la strage, lo hanno fermato mentre fuggiva in auto. Restano da chiarire le cause. In paese c’è chi lo descriveva come un uomo tranquillo e chi invece parlava di litigi familiari e problemi psichici. Un’altra strage di innocenti compiuta da un marito e padre. In ogni caso, siamo al cospetto di una nuova tragedia familiare. Cosa sta succedendo alla nostra società? Continua, e si allunga sempre più, la striscia del sangue di centinaia di donne che ogni anno sono vittime di un marito, di un compagno, di un fidanzato o semplicemente di un criminale che si palesa come innamorato. Di fronte a tutto ciò, si resta basiti e impotenti. La risposta molto probabilmente la deve dare proprio il sesso maschile. C’è bisogno di una presa di coscienza forte e manifesta. Noi maschi, mariti o compagni o fidanzati, dovremmo scendere in piazza più delle donne e insieme a loro per dire no alla violenza di genere. Mai come adesso, anche nei cortei e nelle manifestazioni, le donne non vanno lasciate sole, ma al contrario sostenute e incoraggiate. La verità è che il problema siamo noi maschi. Riconoscerlo è fondamentale.





