Albanese, polemica senza tregua
La relatrice Onu condanna l’irruzione degli attivisti a La Stampa, ma critica anche il ruolo dei media. Parenzo insorge e chiede la revoca delle onorificenze
L’irruzione di alcuni attivisti pro Palestina nella sede torinese de La Stampa ha acceso un duro confronto politico e mediatico. Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu, ha condannato l’episodio ribadendo che «la violenza non è mai una risposta». Tuttavia, ha aggiunto che l’accaduto dovrebbe essere un monito per la stampa italiana e occidentale, accusata di un lavoro “indegno” sulla questione palestinese. Davvero!? I giornali italiani, non tutti (questa è la libertà di stampa) ma in larghissima parte, hanno dato ampio spazio e sostegno alla causa palestinese. Compresa la crociera propagandistica della “flotilla”, in rotta verso le spiagge di Gaza per portare improbabili aiuti ai palestinesi e provocare di fatto la reazione delle forze armate israeliane. Inevitabile che le parole dell’Albanese abbiano scatenato forti polemiche. Tra queste la reazione del giornalista David Parenzo, che le ha definite “deliranti” e ha invocato la revoca delle onorificenze a lei concesse da varie città, paragonando la situazione alle intitolazioni a Mussolini poi cancellate. Sui social il conduttore ha rincarato la dose, sostenendo che Albanese meriterebbe un processo per istigazione all’odio. Parenzo non ha affatto torto, tuttavia, forse la risposta migliore sarebbe il silenzio. In altre parole, evitare quel clamore mediatico cui l’Albanese cerca con le sue sparate.





