L’eterno ritorno: la nostalgia e la presenza
La presenza nostalgica è l’emozione più attiva che ci sia per sorridere e non aver paura di divenire ogni giorno per poi rientrare in se e donare amore a se stessi e agli altri.
Come i colori così anche le emozioni assumono diverse connotazioni in base alle culture, basti pensare alla percezione della morte nella cultura messicana. È forse vero che bisogna farsi influenzare da altre culture per stare bene?
Siamo abituati a definire tutto creando tante piccole scatole in cui contenere qualsiasi cosa: le emozioni, i sentimenti, le sensazioni e i nostri sogni. Non è così sbagliato oggi giorno pensare che viaggiare sia una soluzione e non un cammino ma purtroppo abbiamo imparato che anche vederla così è sbagliato, che un viaggio debba per forza di cose essere spirituale ma anche quando il nostro proposito di viaggiare non ha connotazioni così spirituali noi ne rimaniamo influenzati positivamente perché la contaminazione è una cosa fisiologica, umana, universale e vitale.
Dal rosso dei matrimoni cinesi, al bianco occidentale, all’arcobaleno tutti i colori rappresentano all’unanimità la voglia di fiorire, senza dover per forza andare a disturbare la psicologia dietro ogni nostra scelta o creare un’armocromia che influisca in modo netto e definitivo sull’osservatore. È davvero la consapevolezza che disturba oggi il nostro mondo, questa ricerca spasmodica del nostro ego. Se alla parola consapevolezza sostituissimo la parola coscienziosità la vita assumerebbe un altro significato, più vivo ed è allora che saremmo noi ad indossare i colori e non il contrario.
Siamo come delle bellissime matrioske con i nostri contenuti e risplendiamo ogni giorno con le nostre scelte ed è per questo che credo che una singola scelta, dal voto alla parola detta abbiano una connotazione magica che risuona proprio come tutte le nostre scelte messe insieme che purtroppo oggi come oggi stanno creando come un’ombra nel mondo. Se ognuno di noi capisse che una parola o una scelta fatte coscienziosamente hanno più valore di tante brutture che popolano l’animo umano, tornerebbe a brillare il sogno di Ulisse, quello della contaminazione e del viaggio.
L’Odissea è la storia di un ritorno, eterno, è il cammino di un uomo sulla terra e alla fine ciò che non lo abbandona mai sono la fiducia e l’attesa. Ed è di fiducia e attesa che voglio parlare oggi. Fiducia e attesa per il popolo greco sono ciò che gli italiani definiscono nostalgia. Nostalgia o eterno ritorno è un’attesa eterna e inverosimilmente lunga che come il canto delle sirene può portare a volersi abbandonare ad un piacere eterno ed è per questo che la nostalgia non è stata ancora normativamente definita come un qualcosa di positivo. Ma se si attingesse a diverse culture si capirebbe che più che essere attesa, la nostalgia è presenza e la presenza la creiamo noi ogni giorno con i nostri pensieri, le nostre azioni e i nostri sogni. Lasciamo perdere per un attimo le emozioni che sono il traguardo e non tanto il percorso.
La presenza, compresa da molti poeti, è ovunque, è l’anima del mondo. Quando perdiamo una persona cara o noi stessi solo la presenza può salvarci. Emily Dickinson non è mai uscita di casa eppure parlava del mondo come se fosse ovunque. La presenza è ciò che ci tiene legati alle nostre moltitudini, la presenza è qualcosa che solo i vivi possono sperimentare riportando in vita il ricordo e la memoria e proiettandoli nel quotidiano, attivando la presenza coscienziosa e scegliendo ogni giorno di vivere una parte della propria moltitudine che è fatta di persone, animali, piante, luoghi.
La presenza nostalgica è l’emozione più attiva che ci sia per sorridere e non aver paura di divenire ogni giorno per poi rientrare in se e donare amore a se stessi e agli altri. La nostalgia è anche passività agita dall’amore, se nella nostalgia non c’è amore non si potrà ricevere la cura, il filtro che anima il mondo ovvero la libertà di cui siamo sempre più deprivati perché tutti i colori del mondo non sono più riflessi negli occhi ma in uno schermo. Di cosa si può avere nostalgia oggi se il vecchio è sostituito spasmodicamente e la vita è diventata un ossimoro verso le apparenze? Tutto quello che riflette i nostri ideali non sono più i gesti p le strette di mano ma un’ennesima scatola che ci promette una vita migliore, essere più belli, più attivi, più attraenti e si è persa l’attesa verso la verità: si è persa o non si è mai posseduta. Gli schermi su cui oggi noi tutti siamo piegati sono una delle conclusioni peggiori del mondo delle idee.







