scritto da Carolina Milite - 04 Dicembre 2025 13:54

4 dicembre, Santa Barbara, patrona della Marina e dei Vigili del Fuco. I riti di una Signora Solstiziale

Il culto di Santa Barbara è diffuso in tutta l’Italia e nel mondo e a lei sono legate molte leggende e tradizioni

Oggi, 4 dicembre, si celebra Santa Barbara, patrona dei Vigili del fuoco, della Marina e del Genio militare, dei geologi, dei montanari, dei minatori e degli architetti.

C’è molto di pagano in questa celebrazione, a partire dalla sua collocazione a ridosso della festa della Bona Dea, antichissima divinità italica (variante del culto misterico di ΔημήτηρDemetra) protettrice della fertilità e della salute della donna la cui ricorrenza principale era il 3 dicembre. Le matrone celebravano riti femminili e la presenza di uomini era severamente vietata; al termine della cerimonia il rito prevedeva il sacrificio di una scrofa gravida.

Il culto di Santa Barbara è diffuso in tutta l’Italia e nel mondo e a lei sono legate molte leggende e tradizioni. Una di esse è quella detta dei “rami di Santa Barbara”, legata alle più antiche tradizioni contadine, la quale vuole che il 4 dicembre si taglino i rami di alberi da frutto (ciliegio o anche di melo, pero, prugno, nocciolo, e anche gelsomino o biancospino), stendendoli in acqua tiepida per una notte. Il giorno successivo verranno disposti accanto al presepe in un vaso con acqua a temperatura normale, da cambiare ogni 3 giorni. Il giorno di Natale questi rami saranno coperti di bei germogli e potremo osservare la “miracolosa” fioritura.

E’ soprattutto nei Paesi germanici che vi è un forte culto e una grande devozione per Santa Barbara. Qui nei tempi antichi per Barbarazweig (festa del ramo di santa Barbara), le giovani non sposate tagliavano i rami di ciliegio e, se il ramoscello fosse fiorito per Natale, era di buon presagio e indicava che la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno successivo. In Francia e Ucraina, invece, si piantano al caldo due o più chicchi di grano, e se essi crescono per la vigilia di Natale, vuol dire che il raccolto di quell’anno sarà abbondante. In molti convergono sull’ipotesi che questa tradizione risalga a un’altra pagana di epoca romana. Verso metà dicembre i nostri antenati, vedendo che le ore giornaliere di luce ricominciavano ad aumentare mettevano le diverse varietà di semi in qualche ciotola, li lasciavano germogliare e li allineavano nel terreno ai bordi dei campi, per ‘far vedere’ alla terra come fare a riprendere vita.

In Grecia Santa Barbara viene festeggiata con preparazione di dolci e di zuppe a base di grano. La sera del 4 dicembre, nelle chiese di Cefalonia nella particolare e suggestiva cerimonia dell’ esperinòs, il pope benedice la spernà, che è una zuppa di grano alla quale vengono aggiunti: uvetta, semi di melagrana, noci, mandorle, sesamo, cannella, garofano e noce moscata. Essendo l’autunno la stagione in cui la natura cade in letargo, la zuppa viene preparata per augurare prosperità in casa dalle vergini e dalle giovani nubili, come ex voto alla santa, affinché le aiuti a trovar marito.

Da Costantinopoli, invece, arriva la “Asoures” che è una zuppa di grano profumata all’acqua di rose, della tradizione culinaria ottomana. Il grano viene bollito è condito con uvetta, albicocche secche, semi di melograno, datteri, pistacchi di Egina, fichi secchi, mandorle, noci, pinoli, e per finire in bellezza, petali di rose.

E’ inoltre  legata a Barbara la figura delle Bärbele, figure mitologiche tradizionali dell’Alto Adige, della Germania e dell’Austria. Appaiono alla mezzanotte del 4 dicembre e se vanno poco prima del dodicesimo rintocco della mezzanotte successiva. Lasciano i loro boschi e percorrono le strade dei villaggi armate di scope  e di fruste. Il viso ha tratti di Vecchia coperto da un inquietante mosaico di pigne, ghiande, corteccia, licheni, rami e foglie, indossando vecchi abiti contadini e una cintura con appesi grossi campanacci. Entrano nelle case e donano caramelle, frutta secca e regalini ai bambini. Poi, impugnata la scopa, iniziano a spazzare in giro per la casa, allontanando simbolicamente in questo modo le negatività e la sfortuna.

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.