Alfonso De Sio, il “Viaggiatore felice” che avevamo lasciato lo scorso mese di luglio, non si arrende, e se ne va, nonostante l’età e qualche acciacco, ancora in giro per il mondo.
Ed è proprio uno dei suoi numerosi viaggi che gli ha ispirato la redazione del nuovo romanzo, dal titolo “L’onesto imbroglio”, Editore Merlin, presentato giovedì 28 giugno 2018 nel complesso monumentale di San Giovanni, alla presenza di un folto pubblico di amici ed estimatori.
L’evento, patrocinato dal Comune di Cava, è stato condotto dal giornalista Vito Pinto, e l’opera è stata illustrata dalla prof.ssa Emilia Persiano, studiosa di letteratura, alla presenza di Tiziana De Sio, la nota cantante e show-girl partenopea, figlia dell’autore, che ha letto qualche brano.
Ma il titolo del nuova opera di De Sio non deve trarre in inganno in quanto l’imbroglio, peraltro onesto, del quale parla l’autore, è solo il pretesto per portare il lettore in Russia, precisamente nella città di Vladimir, accompagnando idealmente una giovane imprenditrice, italiana ma di origini russe, l’enologa Irina Vinogradova, che ritrova le sue radici, nel corso del viaggio avventuroso e appassionante che la porta da Mentana, città laziale nella quale ha una fiorente azienda vinicola, fino alla città originaria della sua famiglia, Vladimir, mai visitata prima ma conosciuta e sognata per avergliela lungamente descritta suo nonno, costretto ad abbandonare precipitosamente la madre terra russa con tutta la famiglia durante la rivoluzione bolscevica del 1917.
Nel mentre la storia dell’onesto imbroglio, nel quale Irina viene coinvolta per far rientrare la famiglia in possesso di una proprietà requisita nel corso degli eventi rivoluzionari, e che, in mancanza di eredi legittimi degli originari proprietari, diventerebbe proprietà dello stato, è del tutto inventata (pure se l’autore, documentatissimo, riferisce di averne avuto qualche accenno storico) è reale invece la città di Vladimir, situata 190 km a nordest di Mosca sulle sponde del fiume Kljaz’ma, capoluogo dell’omonima oblast’ (regione).
Vladimir, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, è una delle città più antiche della Russia; fu fondata nell’anno 1108 da Vladimiro il Monomaco e fu capitale della Russia dal 1169 fino al 1238, allorquando cadde sotto il giogo dei mongoli; ciononostante continuò ad essere considerata capitale dello stato fino al XIV secolo, quando questo ruolo passò alla città di Mosca.
Vladimir e tutte le città circostanti, rientranti nel cosiddetto “anello d’oro”, formato da un gruppo di città a nord-est di Mosca, fanno parte di una zona ricca di storia e di religiosità, come testimoniano le chiese, i monasteri, i palazzi e i “cremlini” (fortezze).
E proprio per far conoscere ai suoi lettori questa regione russa, che egli ben conosce, l’autore ci porta, quasi per mano, a seguire le dolci peregrinazioni della sua eroina Irina, alla riscoperta delle radici sue e della sua famiglia.
I partecipanti alla presentazione sono rimasti affascinati dagli approfondimenti fatti nel corso della serata, non tanto della storia dell’imbroglio onesto, ma piuttosto per aver evidenziato il desiderio, innato nell’uomo, di viaggiare per conoscere, inseguendo il mito di Ulisse che, pure fedele e attaccatissimo alla sua Itaca, aveva nel cuore un fuoco acceso dal desiderio di conoscere il mondo, tanto forte da farlo allontanare dalla sua amata Itaca, dalla fedele Penelope e dall’amato Telemaco alla ricerca di se stesso in luoghi lontani.
“La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte”, ha scritto Omar Khayyam, matematico, astronomo, poeta e filosofo persiano, vissuto tra l’XI e il XII secolo.
E’ palese che Alfonso De Sio si è ispirato a tale principio, per cui prevale nella sua opera il viaggiatore attento e appassionato sul creatore di storie che rappresentano solo il pretesto per far conoscere ai suoi lettori paesi, luoghi e tradizioni che sono il vero interesse dell’autore, a dimostrazione che l’intenzione dello stesso non è tanto di essere un romanziere, nel senso di creatore di trame, ma piuttosto di un viaggatore al quale piace trasmettere ai suoi lettori le sue esperienze ed emozioni.
Alfonso De Sio, nonostante l’età, ha ancora dentro di sé quel fuoco, che trasmette ai suoi lettori con i suoi scritti, di accattivante lettura, redatti con linguaggio semplice che solo raramente si lascia andare a dubbi e incertezze: come, ad esempio, alla fine del romanzo allorquando Irina, rientrata da Vladimir a Mentana, si chiede se sta davvero tornando a casa; è proprio l’italiana Mentana la sua casa, o piuttosto Vladimir dove sembra aver lasciato il suo cuore?
E chi sa che il suo cuore, nel quale arde il fuoco del ritorno alle origini, non la indurrà ad abbandonare, definitivamente, la pure amata Italia, che aveva bene accolto la sua famiglia un secolo prima, per riportarla nella terra dei suoi avi e delle sue origini, dove potrà finalmente ricongiungersi ai suoi parenti che, pure se lontani, le sono rimasti nel cuore e oramai costituiscono parte di se stessa.