CINEMA “Frame By Frame” la zona d’interesse: un film sull’oloscauto che mostra l’altro volto del male
La zona d’interesse è un film inusuale sull’olocausto, un film dove non vediamo neanche un ebreo presente nel campo, ma sentiamo comunque le loro grida in sottofondo, vediamo le luci che emanano i forni crematori e sentiamo i lamenti strazianti degli ebrei nel campo
Atmosfere fredde come la Polonia d’inverno per il nuovo film di Jonathan Glazer. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Martin Amis
Trama
Rudolf Hob, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig, i loro cinque figli e altri personaggi trascorrono la loro quotidianità nella propria casa, situata appena fuori le mura del campo di concentramento.
Recensione
La zona d’interesse è un film inusuale sull’olocausto, un film dove non vediamo neanche un ebreo presente nel campo, ma sentiamo comunque le loro grida in sottofondo, vediamo le luci che emanano i forni crematori e sentiamo i lamenti strazianti degli ebrei nel campo che si contrappongono alla tranquillità della vita familiare che ci viene mostrata. Una famiglia volutamente cieca degli orrori che avvengono dall’altra parte del muro. Glazer ci mostra come Rudolf, provi comunque ad allontanare i propri figli dagli orrori che si celano al di là del muro, nonostante la morte li raggiunga costantemente. Il contrasto tra vita e morte è presente in alcune scene particolarmente evocative, in cui viene raccontata la favola della buonanotte mostrandoci il soggetto come se lo guardassimo attraverso un visore termico, con un bianco e nero quasi animato, puntando ancora sul contrasto vita-morte divisa da una linea sottilissima.
Il comparto tecnico della pellicola ci permette di ancor più di apprezzare l’opera, Tarn Willers e Johnnie Burn che hanno gestito il sonoro hanno fatto un lavoro eccellente, utilizzando la sofferenza dall’altra parte del muro quasi come se fosse un sottofondo musicale. La fotografia gestita da ŁukaszŻal, utilizza dei colori molto freddi asettici, che rispecchiano perfettamente il comportamento della famiglia che anch’essa è priva di ogni qual si voglia empatia nei confronti di quello che succedendo dall’altra parte del muro, fa immergere lo spettatore in un’esperienza di disgusto e rabbia.
Considerazioni finali
La zona d’interesse è un film doloroso, vediamo analizzata la vita di una famiglia normale, se non fosse che il padre di famiglia sia uno dei perni principali del genocidio degli ebrei. L’unico uomo del film che riesce a superare il confine tra il paradiso della sua casa vita familiare e l’inferno oltre le mura.