scritto da Marianna Lucibello - 17 Dicembre 2019 10:01

ALIMENTAZIONE, CORPO, EMOZIONI Verità e bugie sul cibo/6

Questa nuova rubrica nasce per esplorare il nostro rapporto con il cibo, il corpo e le emozioni, per rendervi sempre più partecipi, accompagnarvi in un percorso di conoscenza, guidarvi verso scelte alimentari e di stili di vita consapevoli. In definitiva aiutarvi a trasformare l’attuale ossessione per il cibo ed il corpo in una sana attenzione.

 

Le acque minerali… c’è sempre qualcuno che vuol darcela a bere

 

Prendiamo spunto dalle ultime parole riportate nel precedente articolo, ovvero  c’è sempre “qualcuno (che) vuol darcela a bere”, che danno il titolo all’’interessante libro di Altamore, per affrontare  il tema delle acque minerali e concludere questo capitolo, necessariamente breve e incompleto rispetto alla mole di argomenti e di esempi possibili.

Partiremo dalla sua introduzione: “Pura, leggera, povera di sodio, diuretica, digestiva. Oltre che dissetante, la fonte di vita sembra essere una sorta di panacea per tutti i mali che affliggono l’uomo contemporaneo. Purché si tratti di una marca, uno slogan allettante quanto martellante”.

Gli Italiani sono ormai da molti anni i primi bevitori al mondo di acque minerali con un consumo medio pro capite di 172 litri, dati riferiti al 2002 in crescita esponenziale. Secondo gli ultimi aggiornamenti ISTAT l’87,2% della popolazione sopra i 14 anni sorseggia acqua minerale, condizionati da una pubblicità ossessiva che attribuisce a queste acque proprietà anti cellulite, anti ritenzione idrica, purificatrici, fino al paradosso dell’ acqua… che elimina l’acqua!

Ma è proprio vero che le acque minerali sono più sane e sicure delle acque dei rubinetti delle nostre case? Qualche dubbio c’è sempre stato, ma a scatenare il terremoto ci pensò già nel 1999 il perito chimico P. Merlino di Rionero in Vulture che in una sua lettera alla Commissione Europea evidenziava come la legislazione Italiana consentiva alle multinazionali delle acque minerali di commercializzare le loro acque con i valori di 19 sostanze tossiche in misura superiore rispetto ai limiti previsti per l’acqua di rubinetto!

All’epoca tentarono in vario modo di sminuire il problema ma alla fine la Commissione Europea fu obbligata a prendere atto della realtà e fu costretta ad avviare una procedura di infrazione nei confronti del Governo Italiano contestando il decreto del 1992 che disciplinava le acque minerali in cui si tolleravano limiti per le sostanze tossiche largamente superiori a quelli ammessi per l’acqua di rubinetto.

Come al solito la legge non è uguale per… tutte le acque! Ma ritornando al quesito iniziale, l’acqua minerale è forse più pura e più sana, e dunque migliore per la salute, di quella potabile?

L’acqua minerale non è né per definizione né in pratica più pura e più sana dell’acqua potabile, il fatto che venga affermato il contrario, spesso in modo subliminale, ha creato una ingiustificata credenza. Non essendo né più pura né più sana della potabile è certamente ed ingiustificatamente più cara: dalle 300 alle 3000 volte di più per litro. Poche multinazionali posseggono ormai la maggior parte delle marche di acque minerali presenti in Italia e nel mondo e puntano decisamente alla mercificazione dell’acqua e alla privatizzazione dei servizi pubblici. Perchè non mercificare l’acqua potabile, si chiedono?

Che differenza c’è tra l’acqua potabile e l’acqua minerale? Il processo è già in corso. L’acqua “purificata” che troviamo nei ristoranti e che paghiamo profumatamente non è altro che acqua d’acquedotto sottoposta ad alcune operazioni di demineralizzazione e di declorazione. Piano piano il legislatore ha autorizzato anche in Italia la vendita in bottiglia di acqua di rubinetto!

Questi brevi articoli non hanno la presunzione né potrà mai esaurire il tema del legame fra cibo, bugie e politica economica in quanto la varietà e la quantità di cibo prodotto e commercializzato ogni giorno nel mondo è enorme e di conseguenza enorme e fantasiosa è la mole di bugie e scandali che lo riguardano.

Arrivederci al prossimo articolo…

Biologa nutrizionista, Specialista in disturbi alimentari, Laurea magistrale in Psicologia Clinica e della Riabilitazione

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