Lo scontro tra il segretario del Pd e premier Renzi con i sindacati, la sinistra radicale e la minoranza interna allo stesso Pd, investe i valori, l’essere stesso della sinistra italiana. Non a caso, in molti, a sinistra, dentro e fuori il Pd, stentano o addirittura non riconoscono Renzi persino come un uomo di sinistra. In altre parole, è in atto uno scontro che mette in discussione i valori fondanti di una sinistra adeguata all’attuale scenario politico.
Su questo tema, l’istituto demoscopico SWG ha effettuato, tra quanti ritengono ci sia bisogno di una nuova sinistra, una rilevazione per individuare quali siano i tratti programmatici di una sinistra moderna, utilizzando un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti, con possibilità di dare più risposte.
Il 54% ha indicato come valore fondante della sinistra la redistribuzione del reddito. Il 50% ha indicato la giustizia sociale. La sanità pubblica ha avuto il 44% delle citazioni, mentre la sicurezza del posto di lavoro il 42%.
Il welfare è stato indicato come valore centrale dal 36% degli intervistati, la lotta alle politiche dell’austerity dal 31%, mentre un maggiore intervento dello Stato in economia dal 29%.
La solidarietà, invece, è indicata solo dal 21%, mentre un forte ambientalismo dal 17%. Infine, l’anticapitalismo da un modesto 10%.
In conclusione, i valori centrali di una nuova sinistra sono l’equità e la giustizia sociale, molto meno caratterizzanti sono la solidarietà e l’ambientalismo, mentre è stato messo in soffitta l’anticapitalismo.
In altre parole, Renzi in larga misura interpreta meglio dei suoi avversari politici i veri sentimenti della maggioranza degli elettori o simpatizzanti di sinistra. D’altra parte, non potrebbe essere altrimenti visto i consensi ottenuti con la sua elezione a segretario un anno e mezzo fa e dal Pd alle europee di quasi un anno fa.