scritto da Alfonso Petrillo - 14 Gennaio 2015 12:30

Nel Paese ci sono segnali di ripresa, ma la risalita è una corsa a ostacoli

Dall’indagine di SWG emergono segnali positivi dopo cinque anni di infragilimento economico e depauperamento sociale. Sul percorso di risalita, però, si stagliano almeno quattro ostacoli: corruzione, debolezza della classe politica, nanismo del sistema imprenditoriale, la crisi della classe dirigente.

 

“Gli ultimi cinque anni sono stati per il nostro Paese un periodo di infragilimento economico e depauperamento sociale. La crisi ha ridisegnato il profilo dell’Italia. Il tessuto sociale a marcata impronta individualistica e a basso tasso di civismo; il profilo politico gracile, frammentato, con una scarsa propensione alla riforma; nonché una classe dirigente (non solo politica) caratterizzata da un limitato tasso di audacia e proiettività, hanno contribuito alla fase di stagnazione e hanno cagionato gran parte dei freni e delle difficoltà nell’individuare e costruire il percorso di uscita dal tunnel”.

Inizia così l’analisi sullo stato del Paese che l’istituto SWG elabora mensilmente nell’ambito della rilevazione sugli Scenari di un’Italia che cambia compiuta nello scorso mese di dicembre e resa pubblica ieri.

Insomma, dall’indagine viene confermato ciò che gli italiani avvertono quotidianamente, vale a dire un clima di difficoltà, di contrizione, di paura per il futuro.

Eppure, nonostante ciò, dalla rilevazione di SWG emergono segnali positivi.

“Il 2015 -si legge nel documento SWG- si apre all’insegna di un rallentamento netto di tutti gli indicatori di fragilità economica. La paura di perdere il lavoro e la percezione delle proprie condizioni di vita non sono ancora in piena risalita, ma la parte più cupa sembra superata e siscruta il futuro con maggiore rilassatezza”.

A frenare però le nostre potenzialità sono, secondo gli analisti di SWG, “la perdurante percezione di irriformabilità del sistema e il distacco verso la classe politica e verso i corpi intermedi della società civile ed economica”.

Insomma,  nel nostro Paese non è venuto meno solo la fiducia verso la politica, ma anche verso la classe dirigente in genere, a partire dagli imprenditori ai sindacati.

In ogni caso, viene avvertito in modo evidente la voglia di cambiamento, di novità e di innovazione per l’intero sistema-Paese.

Rispetto a queste spinte al rinnovamento e alla risalita, gli analisti di SWG ravvisano almeno quattro ostacoli:

1. l’onnivoricità della corruzione e il basso tasso di eticità presente nei diversi gangli del Paese (economico, sociale, civico e politico);

2. la debolezza della classe politica nel tratteggiare la fisionomia dell’Italia di domani;

3. la perdurante debolezza e il nanismo del sistema imprenditoriale italiano, il quale, a fronte di una capacità di tenuta e innovazione delle medie imprese, esprime ancora bassi tassi di dinamismo, difficoltà ad abbandonare vecchie logiche corporative e consociative, nonché pulsioni alla furbetteria;

4. la difficoltà a generare e, soprattutto, la fatica a delineare e identificare i tratti, il profilo e i contenuti dell’essere nuova classe dirigente.

In conclusione, s’intravede la luce in fondo al tunnel, ma siamo ancora al buio e il tratto da percorrere è lungo e difficoltoso.

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Nato nel 1986, laureando in Scienze Politiche, attualmente dipendente di Iperceramica, ha collaborato con "Le Cronache di Salerno" e sin dall'inizio con Ulisse on line.

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