scritto da Eugenio Ciancimino - 24 Dicembre 2015 09:59

SVALUTATION Gli indignados ed il logorio dei partiti storici

E’ difficile azzeccare i giusti aggettivi per configurare il senso dei movimenti politici diversi rispetto ai tradizionali partiti.

Definiti da destra e da sinistra antagonisti o “indignados”, populisti o qualunquisti, xenofobi o nazionalisti, raccolgono consensi in tutta Europa. Ovunque si siano tenute consultazioni hanno rotto il monopolio della rappresentanza elettorale detenuta per oltre mezzo secolo dalle grandi famiglie di ispirazione  o popolare o socialista.

Al di là dei numeri o dei giochi di potere che le tengono fuori dai circuiti governativi, si tratta di formazioni insediate nei corpi sociali di ciascuno dei paesi dell’UE. La loro estensione in Francia, come in Spagna, senza escluderne la contaminazione altrove, compresa l’Italia, non sembra avere i crismi della eversione.

E’ più appropriato parlare di istanze di svecchiamento di élite logorate dal tempo. Né sono accreditabili il ritornello degli arrabbiati in cerca di ribalte o l’irrequietezza di sognatori politicamente incolti. Mutuando da Franz Kafka le parole di una sua conversazione con l’amico Max Brod, vien da dire che “un cretino”, ossia arrabbiato o incolto, “è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini (arrabbiati o incolti) sono un partito politico”. Si tratta, cioè, di una realtà, di cui va preso atto, con o senza allarmismi mediatici o la supponenza delle caste insediate nei poteri della politica e della cultura.

Non bastano i meccanismi di una legge elettorale, come l’Italicum, evocato da Matteo Renzi e dal ministro Elena Maria Boschi, a cancellarla o a forzarne il corso. Prima che la contestazione sfoci in avventure incontrollabili, si sta per aprire un nuovo ciclo di rapporti politici e sociali rivendicati non solo per le istituzioni comunitarie europee.

Valgono anche per quelle di casa nostra. E’ come “quando un giorno finisce e ne comincia un altro”, per dirla alla maniera di Gigi Marzullo o se si vuole usare una espressione di Ernesto Guevara, è una “realtà che incomincia quando a sognare si è in tanti”.

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