scritto da Nino Maiorino - 16 Settembre 2017 08:58

Si torna a scuola

Anche quest’anno, dopo tante polemiche su vaccinazioni si, vaccinazioni no, si riapre l’anno scolastico nelle scuole italiane.

Non sembra che, finora, ci siano stati grossi problemi, tranne in qualche regione, come il Veneto, dove il Governatore Zaia prima ha detto di voler ricorrere contro la legge che ha reso obbligatoria la vaccinazione (in verità già lo era, ma il Ministro della Salute ha fatto varare una legge che riepiloga la materia e obbliga i genitori a presentare i relativi documenti, pena la mancata iscrizione e salate multe per gli inadempienti), poi, incredibilmente, ci ha ripensato e non se n’è fatto più niente: con grande imbarazzo del leader del suo partito, Matteo Salvini, il quale alla prima pronunciazione ha gongolato (tutto fa brodo per attaccare il Governo) poi ha dovuto anch’egli fare marcia indietro ma senza però rompere con Zaia: pure Salvini, come tantissimi altri politici, è diventato un animale “politico” che sa ben barcamenarsi tra i si e i no; d’altronde si è fatto le ossa con Berlusconi e con FI, con cui quotidianamente guerreggia per il primariato del centro destra: io lo sono, proclama Salvini, e Berlusconi, da politico più navigato, non replica direttamente, tanto c’è Brunetta che ha il compito di fare fuoco e fiamme contro Salvini e contro tutti.

Ma torniamo alla riapertura delle scuole, avvenuta senza problemi, anche se in qualche città alcuni genitori continuano ad opporsi alle vaccinazioni obbligatorie, come quella mamma che ha protestato contro la mancata accoglienza della figlioletta per la quale non aveva esibito la certificazione delle vaccinazioni, che non ha intenzione di fare, e ha addirittura chiamato i Carabinieri per sostenere le sue ragioni, purtroppo provocando traumi proprio alla bambina, che per fortuna almeno il primo giorno è stata accolta: purtroppo la stupidità umana non ha limiti, speriamo che quella madre si convinca.

Ma non è di questo che voglio parlare, piuttosto della responsabilità della sorveglianza degli scolari delle scuole dell’obbligo e anche oltre, che periodicamente viene in evidenza allorquando si verificano inconvenienti che nella maggior parte dei casi, fortunatamente, non hanno serie conseguenze, ma qualche preoccupazione creano ai genitori, specialmente quelli che per impegni familiari o di lavoro sono costretti a fare i salti mortali per accompagnare i pargoli a scuola al mattino, e poi andare a riprenderli a fine orario, e magari non sempre riescono ad essere puntuali; in mancanza della presenza dei genitori, chi è responsabile della vigilanza e del controllo degli studenti?

E non voglio riferirmi a casi gravi, come può essere, ad esempio, quello di una studentessa sedicenne investita dal pullman per non essersi accorta dell’arrivo del mezzo e l’autista non fa in tempo ad evitarla e finisce sotto le ruote e muore: in questo caso sarà la magistratura a pronunciarsi.

Ma quanti sono i quotidiani casi di piccoli incidenti ai quali gli studenti vanno incontro all’entrata ma ancora più all’uscita dalla scuola, spesso dovuti alla loro esuberanza, alla necessità di scaricare le energie accumulate durante l’orario delle lezioni, e che spesso portano a esagerate manifestazioni di goliardia o, talvolta, a scherzi pesanti e conseguenti zuffe tra giovanissimi.

In assenza dei genitori, chi è responsabile della sorveglianza degli studenti?

In generale in tale caso si è portati ad attribuire la responsabilità della vigilanza alla scuola e, più precisamente, al dirigente scolastico (una volta si chiamava Preside), poi ai docenti, e anche agli ausiliari.

Dal punto di vista legale, la materia è trattata originariamente dall’art. 2048 del c.c. che riguarda la responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e via discorrendo: “culpa in vigilando e culpa in educando”; essi rispondono dei danni causati da fatti illeciti commessi da minori soggetti alla loro tutela o sorveglianza, a meno che non provino di non aver potuto impedire il fatto. Sembra molto chiaro, ma le norme non si limitano solo a questo.

Non voglio tediare i lettori con leggi, norme, testi, regolamenti e via dicendo, che, si sa, nel nostro paese sono sempre tantissimi, a volte incomprensibili, spessissimo in conflitto tra loro, per cui se, in presenza di una emergenza, qualcuno pensa di avvalersene per venire a capo di responsabilità ed eventuali attribuzioni di sanzioni, Dio lo scampi e liberi. Fra l’altro, come accennato prima, anche i regolamenti di istituto possono intervenire nella materia, il che appesantisce il tutto.

Desidero solo riportare alcuni quesiti riguardanti avvenimenti quotidiani posti dai genitori, ad esempio: un bimbo che all’asilo deve uscire dall’aula per andare al bagno deve essere seguito da un adulto? Per un minore più grandicello che durante l’orario di lezione si fa male o fa male a un altro ragazzo è responsabile l’insegnante? Per una bimba di quarta elementare che si ferisce perché spinta dalle compagne durante l’orario di lezione è responsabile l’insegnante? Dopo che è suonata la campanella per l’uscita, per quanto tempo la scuola è responsabile della incolumità degli studenti? E’ consentito ad una scuola superiore di far sottoscrivere ai genitori dei ragazzi una specie di liberatoria di responsabilità per eventuali danni riportati dagli studenti usciti senza essere stati accompagnati da un adulto?

Salvo che per l’ultimo quesito, riguardante la dichiarazione di liberatoria, che non è consentito richiedere, per tutte le altre problematiche ritengo che, in assenza di norme chiare e risolutive, alla base della civile convivenza debba esserci lo spirito di tolleranza e di comprensione dei problemi comuni, e la scuola non fa eccezione.

E’ chiaro che dal momento dell’entrata al momento dell’uscita la responsabilità dell’incolumità degli studenti è della scuola, quindi dei dirigenti, dei docenti e degli ausiliari; ma è anche chiaro che non bisogna esasperare l’argomento della responsabilità, della vigilanza ad oltranza, né essere eccessivamente fiscali allorquando si verificano infortuni di lieve entità che non lasceranno conseguenze irreparabili, come le sbucciature e le piccole ferite che non lasceranno tracce; tutti noi da bambini siamo fimasti vittime di tali infortuni, forse anche peggiori, ma i nostri genitori non ne hanno fatto mai un dramma; anche questi episodi fanno parte della vita e sono formativi per il carattere degli studenti. Probabilmente oggi tanti genitori, mossi da un iper-protettivismo esasperato, vivono anche le sbucciature come incidenti irreparabili, ma occorre far loro comprendere che i bambini non debbono essere abituati a vivere sotto una campana.

Comunque il problema delle responsabilità esiste ed è certamente più serio e sentito per l’uscita se i genitori non giungono in tempo, e se i ragazzi non hanno avuto adeguate istruzioni di restare in attesa e non muoversi dall’interno del perimetro della scuola; in questo caso sembra ovvio che, specialmente quelli più grandicelli, che magari si sentono più autonomi, debba essere la scuola a farsi carico della loro sorveglianza fino all’arrivo dei genitori o di altro familiare.

Insomma anche in questi casi è il buon senso che deve prevalere, valutando caso per caso, scuola per scuola, ambiente per ambiente; una cosa è parlare di un istituto scolastico di un quartiere residenziale, altro è un istituto di un quartiere degradato e magari ad alta tensione sociale.

Buona scuola.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.