Nessuna risposta a talune affermazione dei nostri frastornati governanti è più efficace del fatto di cronaca denunciato l’altro ieri da alcuni organi di stampa sullo ulteriore scandalo che ha colpito Roma la quale continua ad essere sommersa dai rifiuti che non si riesce né a raccogliere, né a smaltire, per responsabilità non si sa ancora bene di chi, visto che si rimpallano tra il Comune e vari altri enti coinvolti, tra i quali anche l’Ama, che è l’Azienda municipalizzata adibita proprio a questa incombenza.
L’altro giorno dall’Ama è stato segnalato che probabilmente le sue difficoltà in parte potrebbero dipendere anche dai dipendenti che non fanno bene il proprio lavoro, anzi, da alcuni che non lo fanno proprio in quanto sembra che, per fare un secondo lavoro, disertino quello per il quale sono pagati, e si imboschino nascondendo furgoni, scope e palette.
In verità sarebbero emersi solo i casi di quattro netturbini, ora denunciati dalla stessa Ama con un esposto alla Procura della Repubblica: certamente le malefatte, anzi le non-fatte, di solo 4 dipendenti furbi sui circa 7.800 in organico non fanno, per così dire, numero.
Il problema è che se fossero solo quei quattro, i romani potrebbero dormire sogni tranquilli; ma se sono venuti a galla quei quattro, è supponibile che ce ne siano numerosi altri, ancora non individuati, che potrebbero fare lo stesso lavoro, cioè non quello per il quali sono stati assunti, e ciò sarebbe davvero grave e potrebbe essere un contributo allo sfascio del problema dei rifiuti nella “Città eterna”, la quale, purtroppo, di eterno, inteso in senso positivo, sembra avere solo il nome visto che, per tutto il resto, di eterni ha solo problemi irrisolvibili, come le buche, il traffico, gli uffici pubblici che non funzionano, e ora anche il mascherato assenteismo dei netturbini (mascherato in quanto ufficialmente quegli imboscati erano al lavoro, e in effetti lavoravano … per se stessi), che chissà a quanti altri assenteismi, veri o falsi, si accompagna.
Qual è il punto?
Il punto è che l’uomo è un essere corruttibile, sempre pronto a fare tutto il contrario di quello che dovrebbe, di non essere mai al suo posto se è più comodo e più per lui redditizio stare altrove; e noi italiani in questo siamo dei veri campioni, impenitenti e ripetenti testardi, e nulla sembra poterci fermare.
Tutti ricordano, quale immagine emblematica dell’assenteismo dei dipendenti della pubblica amministrazione, quel dipendente del Comune di Sanremo che, nel rispetto dell’orario di inizio del lavoro, puntualmente si recava alla macchinetta marcatempo per strisciare il suo badge di presenza in ufficio; peccato, però, che a questa incombenza mattutina si presentasse in mutande (certo non era una immagine piacevole) e che dopo aver “strisciato” la carta magnetica, se ne tornasse felice e soddisfatto a casa propria per fare tutt’altro: tanto la pubblica incombenza quotidiana l’aveva espletata, al pubblico servizio aveva acceduto, gli rimaneva, probabilmente, solo l’ulteriore impegno di andare a strisciare quel cartoncino all’orario di uscita, così ancora una volta dimostrava di essere un dipendente irreprensibile; e sembra che a fine anno percepisse anche il premio di produzione: cosa avesse prodotto non è dato di saperlo, ma questo nella pubblica amministrazione è uno dei tanti tabù.
Dopo quell’eclatante episodio la logica e il buon senso avrebbero suggerito a tutti gli altri dipendenti pubblici d’Italia, non diciamo per senso di responsabilità, a almeno per paura, di darsi una regolata e che casi del genere non sarebbero più capitati; manco per niente, visto che in tanti continuano a fare i furbi, qualcuno addirittura si presenta dinanzi alla macchinetta con uno scatolo di cartone in testa per non essere riconosciuto!
Dicevo che l’uomo è un essere corruttibile, e che noi italiani eccelliamo in questo, abbiamo quasi il primato tra i paesi civili (probabilmente anche tra quelli meno civili, ai quali sarebbe forse più corretto che appartenessimo) e, per evitare tutto ciò, per ogni cittadino ci vorrebbero almeno tre controllori (due per coprire almeno sedici ore al giorno, il terzo per sostituire uno dei primi due in caso di assenza): può sembrare un paradosso, ma se ci riflettiamo di paradossale non c’è poi tanto.
Orbene, qualche giorno addietro l’affabile vice-premier Gigino Di Maio, che insieme al suo omologo Matteo Salvini ha fortemente voluto l’ormai famosissimo “reddito di cittadinanza”, (per il quale in verità Salvini ha fatto qualche resistenza, ma poi ha ceduto in cambio del nulla-osta dei grillini al suo decreto sicurezza: sembra che siamo giunti al punto che uno ricatti l’altro, il che non è utile per il paese ed è pure alquanto squallido), nell’illustrare i dettagli dell’operazione ha detto che numerosi sono i controlli istituiti, ma che in sostanza il provvedimento si basa moltissimo sulla onestà degli italiani…
Onestà? Ma probabilmente Gigino Di Maio vive su un altro pianeta, oppure non conosce bene il popolo che governa. Ma non ricorda, il “caro” Gigino, che anche lui, pardon il suo babbo, si è scoperto fosse evasore fiscale, avesse dato lavoro in nero e avesse costruito in dispregio di norme e regolamenti edilizi?
Se Di Maio si illude che il suo famoso reddito di cittadinanza verrà percepito solo da chi ne ha veramente diritto grazie alla onesta di coloro che lo percepiranno, è segno che probabilmente, pure essendo così giovane, si è in parte già rimbambito?