Finalmente trasferire un conto da una banca ad un’altra non è più un calvario: sono infatti operative, dallo scorso mese di giugno, le disposizioni della legge 33.2015, che sembrano essere passate sotto silenzio.
Fino ad allora il trasferimento di un conto corrente da una banca ad un’altra era una operazione quasi irrealizzabile, principalmente per le resistenze delle banche che ponevano in campo ogni sorta di difficoltà per scoraggiare tale pratica; e chi, testardamente, non si arrendeva e intendeva procedere, doveva intraprendere una strada lunga, tortuosa e irta di ostacoli, non senza costi.
L’Antitrust, nel 2013, pubblicò una lunga indagine dalla quale veniva fuori che il trasferimento di un conto da una banca ad un’altra era una procedura lunga e complicata, e non solo per le resistenze delle banche.
Non c’era da meravigliarsi più di tanto: per anni le banche avevano posto in essere innumerevoli meccanismi intesi a “fidelizzare” un cliente, termine che può essere tradotto in modo semplicistico: ti ho imprigionato, sei mio, non ti mollo più.
E a nulla erano serviti anche i vari interventi che qualche politico di buona volontà aveva fatto per aiutare i cittadini a contrastare lo strapotere di banche, compagnie di assicurazioni e i vari gestori di servizi di pubblica utilità: ricordiamo le famose lenzuolate fatte da Bersani nel 2007 quando era Ministro per lo sviluppo economico, rimaste in parte lettera morta, le quali prevedevano anche un alleggerimento della pressione delle banche sulla clientela .
Ora, però, grazie alla legge 33.2015 -la quale recepisce le disposizioni dell’articolo 10 della Direttiva 2014/92/EU- tutte le difficoltà e le resistenze delle banche sono superate, giacché, chi vuole cambiare istituto di credito, può farlo gratuitamente: deve solo recarsi allo sportello della nuova banca, firmare un modulo di richiesta e attendere dodici giorni lavorativi successivi per poter operare con la nuova banca.
La procedura di “portabilità”, che avviene a cura della nuova banca, prevede il trasferimento delle somme, degli ordini di incasso e delle disposizioni di addebito dalla vecchia alla nuova banca, senza che il correntista debba preoccuparsi di nulla.
Se si supera il limite dei 12 giorni scatta una sanzione per dipendenti e funzionari inadempienti, che va da 5.160 a 64.555 euro.
La banca, inoltre, non potrà trattenere delle somme per un servizio non effettuato come quello di tenuta del conto, a partire dal giorno della richiesta di trasferimento ed è previsto anche un rimborso automatico al correntista per i danni subiti.
Subentra, a questo punto, la necessità da parte del correntista di scegliere la nuova banca alla quale affidarsi, scelta non facile a meno che non si sia a conoscenza dei requisiti di affidabilità, solvibilità e “sana-gestio” degli istituti di credito, specialmente di quelli di maggiori dimensioni, di vecchia tradizione, di efficace immagine, o di quelli radicati sul territorio; cosa non sempre facile giacché i recenti tristi eventi ci hanno insegnato che anche quelle che sembravano istituzioni bancarie finanziarie affidabili, vicine ai cittadini, a disposizione delle realtà economiche delle loro zone si sono rilevate tutt’altro che affidabili: il caso delle quattro banche del centro Italia insegna.
Ma non è da tutti rispondere al requisito che “sciens non fraudatur” (chi sa non viene frodato): conoscere a fondo la realtà del mondo bancario che ci circonda è una cosa che risulta molto difficile persino agli addetti ai lavori, agli analisti dei sistemi, né ci si può fidare, purtroppo, degli organi di controllo, Banca d’Italia e Consob, ad esempio, che nel caso delle scellerate politiche gestionali delle oramai famose quattro banche del centro Italia, hanno avuto un comportamento indegno: le tre famose scimmiette di “io non vedo, io non sento, io non parlo” avrebbero fatto una migliore figura.
E allora, come orientarsi?
Esistono, per fortuna, anche in Italia dei punti di riferimento abbastanza affidabili, quali, ad esempio, le Associazioni dei consumatori, in particolare quelle più grandi e importanti le quali, periodicamente, pubblicano i risultati delle loro indagini sull’affidabilità di banche e istituzioni creditizie, e anche le condizioni che praticano; ed è anche abbastanza semplice avere le informazioni che occorrono, collegandosi ai siti di tali associazioni.
E solo a titolo orientativo indichiamo alcune di esse, precisando che l’elenco non può essere considerato esaustivo: Altroconsumo, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Acu, Codacons, Ctcu, Acli, Movimento Consumatori, Unione Nazionale Consumatori, Acusp.