PD, c’è speranza che in Campania un giorno riuscirà a diventare un partito serio?
Vien da chiedersi se un giorno il Partito Democratico campano riuscirà a diventare un partito serio.
In verità la domanda andrebbe fatta per tutto il PD italiano, giacché non è solo a Napoli e in Campania che accadono le “cose turche” che tutti i media evidenziano; ma la ricorrenza di eventi negativi che si susseguono in Campania, e particolarmente a Napoli, e ora anche a Caserta, allarma e fa riflettere.
Tutti ricordano cos’era accaduto nel gennaio 2011: il PD campano raccolse 44.mila euro grazie ai contributi versati dagli elettori (1 euro a testa) per votare alle primarie, che vennero vinte, con 16.500 voti circa, da Andrea Cozzolino, eurodeputato bassoliniano, che ebbe la meglio su Umberto Ranieri (15.mila voti circa) grazie ai voti ad alta densità camorristica e criminale di quartieri “simboli di una certa napoletanità,” come Miano e Secondigliano, nei quali si registrarono voti ogni 30 secondi (?!?).
Alla fine quelle primarie vennero invalidate e il segretario provinciale Nicola Tremante fu rimosso e la segreteria venne commissariata. Il risultato fu che il PD non arrivò nemmeno al ballottaggio giacché prevalsero Luigi De Magistris e Gianni Lettieri.
Aveva imparato la lezione il PD campano? Manco per niente, visto che a marzo del 2016 incappò in un altro analogo incidente di percorso.
Avvenne, infatti, che Valeria Valente, candidato sindaco del PD, sconfitta da Luigi De Magistris, avesse vinto le primarie grazie ai voti di tesserati “comprati” o a loro insaputa, come una ragazza down o una vecchina quasi centenaria.
Sul caso sta ancora indagando la Magistratura la quale, per puro caso, ebbe a scoprire ciò che era avvenuto, a seguito dei controlli sulle spese della campagna elettorale, controlli ai quali venne sottoposta anche la ragazza down e la vecchina, le quali, ovviamente, caddero dalle nuvole.
Il giornale Fanpage mise in rete filmati dai quali si evidenziò che consiglieri e delegati del PD davano soldi, dinanzi alle cabine elettorali, agli elettori per far votare la Valente.
Anche Roberto Saviano, in quel frangente, intervenne: “”Mi pare che le consultazioni si siano svolte nel caos più completo. In alcuni casi, sono stati perfino allontanati i giornalisti. Mi chiedo perché. Hanno votato esponenti del centrodestra, si è parlato di voto a pagamento e di infiltrazioni della criminalità organizzata. Questa situazione va chiarita. Il partito democratico deve essere al di sopra di ogni sospetto”
Poi, sempre nel 2016, questa volta nel mese di giugno, due comitati elettorali del PD vennero perquisiti dalle FF. OO. in quanto due candidate del PD erano state accusate di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, giacché sembrò che avessero ottenuto favori in cambio di promessi posti di lavoro.
E veniamo alle cronache di questi ultimi giorni.
Grazie alle quali veniamo a sapere che, a Napoli, sempre nel quartiere di Miano (il solito) nelle ultime ore del tesseramento in vista del prossimo congresso del PD, c ‘è stato un viavai tra la sede del PD e la sede di un’associazione nella quale un eminente esponente del partito campano si prodigava ad elargire ai neo-tesserandi, unitamente alla scheda precompilata di richiesta di tessera, una oblazione per “rimborso spese”.
Non è stata da meno la città di Castellammare di Stabia, che pure si contende il non invidiabile primato camorristico e criminale, nella quale sembra che centinaia di tessere siano state pagate da una sola persona con una sola carta di credito.
E, per non essere da meno, pure Bagnoli, Pianura, Torre del Greco e Pompei hanno svolto il loro ruolo, con un boom di tesseramenti esploso all’ultimo momento; e sembra che migliaia di tessere siano state acquistate on-line, vale a dire via web, e cioè in maniera del tutto incontrollabile: quando si dice un esteso e diretto apporto popolare!!!
Poi è venuto fuori anche il PD di Caserta, alcuni dirigenti del quale hanno denunciato alla Commissione di garanzia gravi irregolarità nel tesseramento, ed hanno accusato il segretario cittadino di aver presentato, da solo, 190 iscritti, pari al 25 per cento degli stessi, senza indicarne generalità, estremi dei documenti identificativi, e senza versare le relative quote.
E’ d’obbligo, a questo punto, una riflessione; va bene (si fa per dire) sbagliare una prima volta, magari anche una seconda, ma poi qualcuno dovrebbe “rinsavire” ed evitare ulteriori scivoloni.
Ma è possibile che a Napoli e nel napoletano nessuno rinsavisca?
C’è chi sostiene che nel dna di taluni napoletani alberghi perennemente il crimine; pare che molti di tali personaggi siano concentrati nel PD del napoletano.
E’ evidente la tanto decantata rottamazione di Renzi abbia fatto cilecca, almeno in Campania.
O no?