L’indiscrezione data dal giornale “le Figaro” sembra aver aperto una strada impensabile per la politica transalpina. ‘
Il mandato presidenziale di Emmanuel Macron scadrà nella primavera del 2022, quando dovrebbero aver luogo le elezioni per rinnovare l’attuale inquilino dell’Eliseo, o per voltare pagina e affidarsi ad un nuovo candidato. Ma questa normale programmazione che ogni 5 anni scandisce la politica francese, stavolta potrebbe essere cambiare.
Secondo “Le Figaro”, noto giornale francese, durante una riunione svoltasi online tra il presidente ed i suoi principali sostenitori e finanziatori della campagna del 2017, si sarebbe trattata l’opzione di sciogliere l’Assemblea Nazionale, dimettere il mandato presidenziale e preparare elezioni anticipate. Una strada che sarebbe stata apprezzata e confermata da Macron, nonostante l’Eliseo abbia riferito ai media che una discussione in merito non si sia mai tenuta. Quello che però rende l’indiscrezione estremamente attendibile è il fatto che il presidente si sia rintanato nel silenzio, mentre l’Eliseo in una nota ufficiale ha precisato che questa possibilità sia comunque percorribile. Inoltre, un partecipante della videoconferenza in questione ha dichiarato che Macron sarebbe disposto ad anticipare le elezioni perché riterrebbe di non avere uno sfidante in grado di batterlo.
Se facciamo un’analisi del momento che sta vivendo il presidente della Repubblica, capiamo che questo è solo un ulteriore tassello che si aggiunge ad un puzzle molto più grande. Secondo un sondaggio Ifop pubblicato il 21 giugno, il 60% dei cittadini francesi disapprova l’operato del presidente contro un 38% di approvazione. Dopo le proteste dei gilet gialli dello scorso anno, Macron guadagnò qualche punto percentuale nei sondaggi ma da qualche mese è tornato ad un livello molto basso.
Altro elemento di possibile crisi è l’inasprimento del rapporto con il Primo Ministro Eduarde Philippe, con diversi ministri e sottosegretari del governo (molti dei quali si sono dimessi).
In parlamento, nell’ultima settimana di maggio il partito di Macron “En Marche” ha perso la maggioranza assoluta dei seggi, e ha dovuto chiedere ad alcuni partiti minori di siglare un accordo per approvare alcune riforme volte a fronteggiare il Covid-19. 7 parlamentari sono passati in una lista indipendente molto attenta all’ambiente (tema che il presidente ha sottovalutato secondo suoi ex sostenitori).
Infine, ci sono le elezioni municipali (il cui primo turno si è svolto a marzo) che hanno consegnato a Macron uno scenario disastroso. I candidati del suo partito sono arrivati terzi nelle città importanti come Parigi, Lione, Bordeaux e Perpignano, incassando sconfitte anche nelle città che alle scorse presidenziali votarono in massa per il presidente, il cui partito trova molta difficoltà nello schierare candidati di rilievo.
Questi sono probabilmente alcuni degli ingredienti che hanno spinto Macron a considerare le elezioni anticipate. Secondo alcuni quotidiani si tornerebbe al voto in autunno, con Macron che dovrebbe fare l’annuncio prima della festa della repubblica del 14 luglio. La mossa di fissare elezioni il prima possibile potrebbe risultare decisiva, perché attualmente nessun candidato eccetto Marine Le Pen è conosciuto a livello nazionale e i tempi stretti consentirebbero una brevissima campagna elettorale. I sondaggi però forniscono un quadro meno rassicurante, prevedendo un notevole balzo in avanti della Le Pen rispetto al risultato finale delle elezioni 2017.
Ci sono poi partiti tradizionali come i repubblicani e i socialisti, che però sono in difficoltà da anni, anche se giocherebbero un importante ruolo al secondo turno perché indirizzerebbero gli elettori verso un candidato preferito.
Bisogna ricordare anche che nella storia politica francese, solamente due volte si sono tenute delle elezioni anticipate e per questa ragione è particolarmente difficile fare previsioni accurate sul possibile esito. Il fronte macronista non è molto compatto, ma lo stesso vale anche per altri candidati che faticano ad emergere come identità nazionali capaci di unire un paese sempre più fratturato dallo scetticismo nei confronti dell’UE.
L’impressione generale è che Macron si assuma un rischio enorme a prediligere le elezioni anticipate, ma paradossalmente in un contesto caotico (e pandemico) i francesi potrebbero volerlo riconfermare con meno entusiasmo rispetto a tre anni fa, quindi per il giovane politico questa potrebbe rivelarsi un arma vincente. Capiremo se la strada delle elezioni sarà percorsa quest’estate e in caso positivo ci aspetta una campagna elettorale scoppiettante.