L’occasione da Non Sprecare
Qualche giorno fa, in piena crisi pandemica, il Presidente del Consiglio, in un grande slancio di visione ha inaugurato l’anno di Presidenza Italiana del G-20, il gruppo informale che dal 1999 riunisce i 20 paesi più sviluppati e “influenti” al Mondo (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia) a cui si aggiungono le più rilevanti organizzazioni internazionali tra cui Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Nazioni Unite, Banca Mondiale, OIL, OCSE.
Il G-20 rappresenta oltre il 90% del PIL globale e circa la metà della popolazione del Pianeta ma la sua rilevanza va oltre la dimensione meramente numerica: il suo valore infatti, va definito anzitutto in termini di “influenza” che le decisioni assunte hanno nel condizionare le politiche degli altri circa 180 paesi esistenti sulla scena internazionali. È infatti questo uno dei principali motivi per cui, sebbene sconfessato (come tutti gli altri meccanismi multilaterali) dalla Presidenza Trump, il G-20 ha conquistato, negli ultimi anni, una rilevanza sempre crescente nel proporre decisioni e programmi d’azione di rilevanza globale.
In quest’ottica, quindi, la Presidenza Italiana è – a tutti gli effetti – un’occasione da non perdere. Dopo numerosi anni, il testimone affidato all’Italia dall’Arabia Saudita, pone nuovamente l’Italia sul palcoscenico principale della politica internazionale. Un’opportunità da non vivere in sordina ma da sfruttare anche a livello “emotivo” dopo la tragica fase del Covid-19.
E un’opportunità, inoltre, che ha anche un risvolto in sede UE: il fatto che sia l’Italia, paese fondatore, a presiedere il Gruppo dei principali paesi del mondo, significa che potranno essere portati sul tavolo dossier, proposte e soluzioni adottate dall’UE nell’emergenza pandemica e quindi portare di nuovo in primo piano il ruolo dell’Unione come attore rilevante della politica internazionale.
Tuttavia, il G-20 che l’Italia si trova a presiedere potrà rappresentare una sorta di spartiacque storico tra il pre e il post Covid. La pandemia ha cambiato il nostro mondo di vivere e per scenari nuovi si richiedono nuove chiavi di lettura. Ci sono alcuni aspetti emblematici che il G-20 si troverà di fronte:
In primis, la ricostruzione post Covid-19: a gennaio 2021, sperando, arriveranno i vaccini per tutti e bisognerà trovare delle strade concrete attraverso cui riaprire, in sicurezza, e ricominciare. Sarà necessario, in particolare, trovare gli strumenti finanziari e di sistema per dare nuovo slancio anzitutto alle categorie che in questa fase sono state maggiormente penalizzate dalle varie restrizioni (bar, ristoranti, esercizi commerciali, cinema, musei, teatri). Inoltre, sarà poi necessario varare misure e piani attraverso i quali continuare a sostenere le famiglie che hanno visto decrescere sensibilmente i loro redditi a causa della pandemia.
Inoltre, gli investimenti nelle infrastrutture materiali e immateriali con un focus particolare all’alfabetizzazione digitale e alla formazione dei giovani alle nuove professioni del digitale sono le altre due fondamentali sfide che ci si troverà di fronte.
Sulla scena politica internazionale, poi, l’avvento di Biden alla Casa Bianca proporrà di nuovo di USA come perno di un sistema di relazioni improntato a un approccio multilaterale. Su questo, la Presidenza Italiana, in coerenza con il ruolo e la dimensione atlantica e al contempo mediterranea dell’Italia, potrà sicuramente rappresentare un fattore importante per favorire l’ufficiale presentazione di Biden nell’arena internazionale e il riavvio di relazioni multilaterali improntate alla ricerca del dialogo piuttosto che della negoziazione commerciale. Soprattutto nel contesto mediterraneo e mediorientale.
Le relazioni con la Cina sono l’altra incognita del G-20: dopo la poca chiarezza sulla gestione della pandemia da parte di Pechino, sarà necessario trovare una nuova formula di dialogo e relazione con il Celeste Impero improntata o sullo scontro commerciale sulla scia di Donald Trump oppure sulla ricerca di un dialogo costante per favorire una progressiva transizione del Gigante in un sistema capace di rispettare i diritti umani. Ripercorrendo la politica di Biden è plausibile la ricerca di un compromesso in sede multilaterale.
La sfida della sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico rappresentano l’altro argomento delicato sul tavolo dei grandi. Il covid-19 ha fatto emergere la debolezza e la fragilità dell’attuale modello di consumo delle risorse e l’urgenza di adoperarsi in maniera più incisiva per modelli sostenibili e di economia circolare.
Oltre gli aspetti evidenziati, c’è tuttavia un ulteriore aspetto a favore dell’Italia.
In questi mesi di restrizioni, il Turismo – considerato come insieme di tutte le attività connesse al viaggio sia professionale che di intrattenimento – è forse il settore che ha subito le più gravi perdite a livello mondiale.
L’Italia, paese di storia, cultura e arte, è tra i paesi che ha subito i danni peggiori. Le nostre città d’arte ben conoscono l’urgenza assoluta di ripartire.
La Presidenza Italiana, quindi, potrebbe rappresentare per il Bel Paese, l’occasione d’oro per promuovere un’azione e un programma globale di sostegno alle attività turistiche evidenziando – e chi meglio dell’Italia può farlo? – l’importanza del turismo, inteso come scambi, relazioni e conoscenze, quale fattore fondante della crescita umana prima ancora che come fattore di sviluppo economico.
Per storia, tradizione, cultura, Italia è, forse l’unico Paese al mondo che potrebbe proporre un’azione di questo tipo. Dopo la Morte Nera del Covid, è necessario un nuovo Rinascimento che parte dagli elementi essenziali di cui, da sempre, siamo fatti: Vitalità, Cultura e Bellezza.
Chi altro se non l’Italia ?