scritto da Nino Maiorino - 13 Aprile 2017 13:44

Le gaffe del ministro Poletti

L’ineffabile Ministro renziano Giuliano Poletti, che per i suoi “successi” nel precedente Governo Renzi, ha ripetuto la sua esperienza anche con l’attuale Governo Gentiloni, non è nuovo in quanto a gaffe e a dichiarazioni fuori luogo e fuori posto; salvo, poi, a smentirle o ad accusare i perversi giornalisti ad aver frainteso, a aver sentito male, e via dicendo.

D’altra parte non è il solo, anzi è l’ultimo di una corposa schiera di politici o pseudo tali che il ruolo di saltimbanco se lo sono conquistato sul campo numerose volte, uno per tutti l’ormai ottantenne Berlusconi che fa ancora finta di contare qualcosa nel panorama politico nazionale, tenuto sotto controllo pubblicamente dai vari Salvini, Meloni & Co. e, privatamente, dalla compagna che lo controlla a vista, sia pure in maniera discreta e riservata.

L’ultima uscita di Poletti è stata qualche settimana addietro, allorquando, probabilmente dopo qualche bicchiere di troppo, si è lasciato andare a “qualche” considerazione nei confronti dei giovani cervelli in fuga che, a suo dire, è meglio che se ne vadano dall’Italia, per poi aggiungere che «Il lavoro si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum», che, alla fine, non si è capito cosa volesse veramente dire: ecco perché presumo che qualche bicchiere di troppo l’avesse trangugiato.

A queste esternazioni negli ultimi giorni in rete circola una risposta di un giovane laureato barese, oggi al lavoro in Irlanda, che gli ha indirizzato il seguente messaggio, che riporto pari-pari dalla rete.

““Sig. Perito agrario Poletti (eh si,/ in un Paese che richiede la laurea/ anche per servire caffè in un bar, Lei e’ l’ennesimo caso di non laureato che raggiunge poltrone d’oro, vertici di rappresentanza delle istituzioni e stipendi pazzeschi), ho dato un’occhiata al suo curriculum e le garantisco che lei non verrebbe assunto neanche all’Arlington Hotel della mia Dublino a servire colazioni come io, giovane avvocato laureatomi in Italia, ho fatto per pagare le spese di sopravvivenza in un Paese straniero che mi ha dato una possibilità che il Suo Paese mi ha negato.

Lei, ministro del lavoro, il lavoro non sa neanche cosa sia, lei che non ha lavorato neanche un giorno della sua vita (il suo cv parla chiaro). Lei, che si rallegra di non avere tra i piedi gente come me, non ha la piu’ pallida idea di quanto lei sia un miracolato. Lei non sa, perito agrario Poletti, che dietro ogni ragazzo che si trasferisce all’estero, ci sono una madre e un padre che piangono QUOTIDIANAMENTE la mancanza del figlio, c’e’ una sorella da vedere solo un paio di volte all’anno, degli amici da vedere solo su “facetime” e i cui figli probabilmente non ti riconosceranno mai come “zio”, c’e’ una sofferenza lancinante con la quale ci si abitua a convivere e che diventa poi quasi naturale e parte del tuo benessere/malessere quotidiano.

Il Suo, perito agrario Poletti, e’ un paese morto, finito, senza presente ne’ tanto meno futuro e lo e’ anche per colpa sua e di chi l’ha preceduto. Chi e’ Lei per parlare a noi, figli e fratelli d’Italia residenti all’estero, con arroganza, con spocchia, con offese e mancando del più basilare rispetto che il suo status di persona, oltre al suo status di ministro, richiederebbe?! O forse pensa che le sue pensioni d’oro, i suoi stipendi da favola possano consentirle tutto questo nei confronti di ragazzi, in molti casi più titolati, preparati e competenti di lei?!

Ha mai provato a sostenere un colloquio in inglese? Ha mai scoperto quanto bello, duro e difficile sia conoscere tre lingue e lavorare in realtà multiculturali? Ha mai avuto la sensazione di sentirsi impotente quando le parlano in una lingua che non è sua e ha difficoltà a comprenderla al 100%? Questo lei, perito agrario Poletti, non lo sa e non lo saprà mai. E’ per questo che il suo ego le permette di offendere 100.000 ragazze e ragazzi che l’unica cosa che condividono con lei è la cittadinanza italiana.

Lei è l’emblema di una classe politica e partitica totalmente sconnessa con la realtà, totalmente avulsa dal tessuto sociale che le porcate sue e dei suoi amici “compagni” hanno contribuito a generare. Io, e gli altri 99.999 ragazzi che siamo scappati all’estero dovremmo essere un problema che dovrebbe toglierle il sonno, lei dovrebbe fare in modo che questa gente possa tornare a casa, creare condizioni di lavoro e di stabilità economica che possano permettere a 100.000 mamme di non piangere più per la lontananza dei figli.

Lei, perito agrario Poletti, padre dei voucher e del precariato, è il colpevole di questo esodo epocale e quasi senza precedenti di questa gente che lei vorrebbe fuori dalle palle.

Si sciacqui la bocca, perito agrario Poletti, prima di parlare di gente che parla più lingue di lei, che ha avuto il coraggio di non accontentarsi, e di cercare altrove ciò che uno stato che fa davvero lo stato avrebbe dovuto garantire al proprio interno.

E si tolga rapidamente dai coglioni per favore, prima lo farà e prima questo paese, visto dalla fredda e super accogliente Irlanda, sembrerà più bello e gentile. Firmato da uno di quelli che lei vorrebbe fuori dalle palle. Domenico Gatti””

P.S. Dedicato ai Paraculi, figli di Papà e porta borse della Politica italiana.

Più chiaro di così!

La lettera del giovane barese è degna di essere letta: essa mi ricorda ciò che mi diceva mio suocero allorquando, all’epoca di Pajetta e di Almirante, allorquando questi grandissimi personaggi politici di quel tempo si beccavano “dicendosele” di santa ragione, commentava “se le sono cantate!”

Anche il giovane Gatti le ha ben cantate al Ministro Poletti.

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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